La salute, il bene più prezioso
Capitolo 8 - Se il bambino è ammalato
Prima o poi succede, soprattutto se in casa c’è un fratellino più grande che può trasmettere infezioni al piccolo, o quando il bambino comincia a frequentare il nido. Le vaccinazioni proteggono dalle malattie più serie. Per tutte le altre, l’organismo si arrangia costruendo man mano le difese immunitarie per combattere gli agenti patogeni che le causano. Ecco una panoramica dei sintomi e delle malattie più diffuse a questa età.
- Febbre:
E’ un sintomo molto comune in presenza di un’infezione. È, in realtà, un meccanismo di difesa attivato dall’organismo per sbarazzarsi di virus e batteri sensibili all’innalzamento della temperatura, quindi di per sé non deve essere necessariamente combattuta. Gli specialisti raccomandano (25) l’uso di paracetamolo e ibupfrofene per abbassare la temperatura solo quando è molto alta (oltre 38°) o la febbre è associata a malessere generale, dolori muscolari e mal di testa.La temperatura va misurata a riposo e in un luogo fresco per evitare che il risultato sia falsato dalle condizioni dell’ambiente. I termometri più precisi sono quelli digitali da usare a contatto con la pelle nella piega dell’ascella o dell’inguine. L’uso rettale è sconsigliato per il rischio di provocare piccoli traumi. I termometri a infrarossi senza contatto sono più igienici, misurano la temperatura in pochi secondi, ma sono meno affidabili.
Durante gli stati febbrili è raccomandato tenere il bambino ben idratato offrendogli il seno, oppure dandogli dell’acqua o una tisana. Gli impacchi freschi sulla fronte non sono efficaci contro la febbre, ma possono dare un conforto se il bambino li gradisce.Il bambino potrebbe rifiutare il cibo solido quando ha la febbre. Il suo organismo si autoregola perciò non bisogna insistere. Così come non bisogna insistere a tenerlo a letto. Se il bambino mostra un certo grado di vitalità lo si può far giocare e muoversi, evitando però di affaticarlo troppo. In ogni caso, in presenza di febbre persistente, soprattutto in età neonatale, è sempre raccomandato avvertire il pediatra e seguire le sue indicazioni. - Tosse:
Come la febbre, La tosse è una difesa naturale dell’organismo e non consiste solo nell’emettere rumorosamente aria dalla bocca, ma è la manifestazione di una catena di eventi, alcuni volontari, altri spontanei, che provocano l’aumento momentaneo della pressione dell’aria nelle vie aeree e la sua successiva espulsione. Ci sono due categorie di tosse: la tosse produttiva (o grassa), provocata dal catarro accumulato, e la tosse secca, più rara nel bambino, senza catarro. Si tratta comunque di un sintomo fastidioso che può disturbare il sonno del bambino e a volte provocargli anche il vomito. La tosse è un atto protettivo e difensivo essenziale, la cui azione assicura la rimozione dalle vie aeree di muco, sostanze nocive, microorganismi e corpi estranei accidentalmente inalati (26). D’altro canto la presenza di tosse potrebbe rappresentare il primo segno di malattie o infezioni delle prime vie aeree (tra le più comuni delle quali troviamo l’influenza, il raffreddore, la faringotonsillite, la bronchite, e la laringite) o di patologie extrapolmonari e la sua persistenza costituire un utile indicatore sia per il medico che per il genitore.Alcune tossi hanno caratteristiche tali da suggerire immediatamente una diagnosi e per questo motivo è importante ascoltare la tosse del bambino in quanto i genitori potrebbero riferire le caratteristiche in modo impreciso. E’ importante anche determinare la qualità della tosse, catarrale o secca. La descrizione da parte dei genitori di tosse catarrale o secca e/o di tosse notturna ha una buona attendibilità mentre respiro sibilante o stridore non sono di solito riportati in modo accurato. Nella maggior parte dei casi la tosse può essere curata efficacemente con il ricorso a semplici rimedi come idratare il bambino con molta acqua (o altri liquidi) per rendere il muco fluido e quindi più facilmente eliminabile, l’umidificazione dell’ambiente, evitare che il bambino sia esposto a sostanze irritanti come il fumo o la polvere. In caso di trattamento, comunque, è necessario distinguere la tosse grassa da quella secca. A livello farmacologico la tosse viene curata con espettoranti, mucolitici e sedativi della tosse. I primi due servono per trattare la tosse grassa, perché aumentano le secrezioni nelle vie respiratorie rendendole più fluide, quindi facilmente eliminabili. I sedativi della tosse, invece, bloccano il riflesso della tosse e impediscono al bambino di sentire il bisogno di tossire.
- Mal d’orecchie
E’ un disturbo molto comune nei primi 2-3 anni di vita. Può essere il sintomo di un’otite esterna, cioè di un’infiammazione di origine infettiva (batterica o micotica) del condotto che dal padiglione auricolare porta al timpano. In questi casi spesso il malessere è preceduto da prurito e associato alla fuoriuscita di pus o siero. L’otite esterna è favorita dal ristagno di liquidi nel condotto auricolare, quindi le orecchie dei bambini che vanno in piscina o fanno bagni al mare devono essere attentamente asciugate. Per trattarla il pediatra può prescrivere gocce antibiotiche o antimicotiche e anestetiche da applicare localmente.Più spesso, il mal d’orecchie è un sintomo di otite media (27), cioè un’infezione dell’orecchio medio, la cavità che si trova dietro il timpano ed è collegata alle vie respiratorie. Nella maggior parte dei casi l’otite media è di origine virale, spesso legata a un raffreddore, o a un’infezione virale delle vie respiratorie. In questi casi bisogna aspettare che passi spontaneamente dando al bambino un anti-infiammatorio per il dolore. Se l’infezione è di origine batterica, è efficace invece il ricorso all’antibiotico. Spetta al pediatra visitare il bambino con il mal d’orecchie, fare la diagnosi corretta e prescrivere il trattamento più appropriato.Un fattore di rischio per l’insorgenza dell’otite media nei piccoli è l’esposizione al fumo di sigaretta, mentre un fattore protettivo è la vaccinazione anti-pneumococcica, perché proprio lo Streptococcuspneumoniae è tra i principali responsabili di infezione dell’orecchio medio nei bambini.
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- Raffreddore
E’ un’infezione delle alte vie aeree di origine virale che colpisce spesso i bimbi, specialmente quelli che frequentano il nido, tanto da farli ammalare in media dalle 6 alle 10 volte all’anno. I sintomi caratteristici (28) del raffreddore sono congestione nasale, febbre, malessere, a volte tosse e inappetenza o nausea. Trattandosi di un’infezione virale, non è di alcun aiuto la somministrazione di antibiotici, efficaci solo contro i batteri. Il raffreddore passa da solo nell’arco di 5-7 giorni e l’unica terapia utile in attesa della guarigione spontanea, è quella per attenuarne i sintomi: ibuprofene o paracetamolo contro la febbre, il mal di testa e i dolori muscolari e irrigazioni di soluzione fisiologica per liberare il nasino chiuso e infiammato. Nella prima infanzia è assolutamente sconsigliato l’uso degli spray che liberano momentaneamente le vie respiratorie, poiché provocano la costrizione dei vasi sanguigni della mucosa nasale. Per riprendersi presto e bene il bambino deve stare a casa, sia per non infettare i compagni sia per tenersi al riparo da altre infezioni che potrebbero sovrapporsi alla prima approfittando del momento di debolezza. Un bambino affetto da raffreddore deve bere frequentemente per rimpiazzare i liquidi perduti attraverso l’espulsione del muco e la traspirazione causata da un eventuale febbre.
- Influenza
E’ un’infezione respiratoria virale caratteristica della stagione autunnale e invernale (29), con sintomi simili a quelli del raffreddore, ma di solito più intensi: febbre alta che insorge improvvisamente e può durare più di una settimana, e provocare malessere, debolezza, dolori articolari, congestione nasale, tosse. Il virus responsabile muta continuamente e ogni anno ne circolano ceppi nuovi, ragion per cui avere avuto l’influenza un anno non protegge dalla possibilità di ricontrarla quello successivo. Ogni anno all’inizio dell’autunno, prima che il virus cominci a circolare, è disponibile negli ambulatori dei medici e nelle farmacie il vaccino che immunizza contro i 3-4 ceppi che si presume saranno i più diffusi nella stagione alle porte. Attualmente la vaccinazione in Italia è raccomandata ad adulti e bambini ad alto rischio, con malattie croniche o altre condizioni di fragilità, alle future mamme, agli adulti di 65 anni o più e a chi per lavoro ha contatti frequenti col pubblico. Da tempo i pediatri consigliano di vaccinare contro l’influenza anche i bambini sani da 6 mesi a 6 anni, per proteggerli dal rischio di complicazioni e limitare la circolazione del virus nelle famiglie.Non esistono farmaci antivirali specifici per il trattamento dell’influenza e gli antibiotici sono inutili, come già detto per il raffreddore. La terapia, anche in questo caso, è sintomatica ed è sempre opportuno avvertire il pediatra quando il bambino si ammala, soprattutto se è molto piccolo. E’ comunque buona regola tenere i neonati lontano da persone che manifestano sintomi di raffreddore o influenza ed evitare il luoghi affollati.
- Gastroenterite
Per lo più di origine virale, è un’infezione molto comune nei primi anni di vita. Si trasmette per contatto diretto o attraverso lo scambio di giocattoli o altri oggetti che sono stati messi in bocca (30). Si manifesta con nausea, vomito, diarrea, mal di pancia, febbre. È considerata una malattia benigna, che si risolve spontaneamente dopo pochi giorni, ma per i più piccoli, sotto l’anno di età, comporta il rischio di disidratazione. Per questo oggi nel primo anno di vita è prevista la vaccinazione contro il Rotavirus, principale responsabile della gastroenterite virale. Né il vaccino né l’infezione conferiscono immunità permanente: i bambini possono contrarre più volte il Rotavirus, ma di solito le infezioni successive alla vaccinazione e quelle successive alla prima sono meno aggressive.Quando un bambino contrae la gastroenterite, è sempre necessario avvertire il pediatra e seguire le sue indicazioni. Deve bere spesso per non disidratarsi: se è piccolo latte materno, se è più grande acqua, tisane, spremute e soluzioni saline reidratanti specifiche che si trovano in farmacia, secondo le indicazioni del pediatra. Può giovare la somministrazione di probiotici che in alcuni casi abbreviano la durata dei sintomi. - Cistite
E’ un’infiammazione delle basse vie urinarie, spesso dovuta alla proliferazione di batteri che si trovano normalmente nell’intestino, quindi non è contagiosa (31). Colpisce le femmine più spesso dei maschi per la vicinanza dell’ano all’uretra. Si manifesta con bruciore alla minzione, mal di pancia, brividi, a volte febbre e presenza di sangue nella pipì. È comune nei primi anni di vita, ma nei più piccoli, che non sono ancora in grado di indicare l’origine esatta del fastidio, a volte è difficile riconoscerla. La cistite viene diagnosticata attraverso l’analisi di un campione di urine e la coltura dei batteri presenti per identificare quelli responsabili dell’infezione e prescrivere l’antibiotico adeguato.
(25) “Gestione del segno e sintomo febbre in pediatria. Aggiornamento 2016 delle linee guida italiane”, E. Chiappini et al, Pediatria Preventiva e Sociale 3 (2017)
(26) “Alla scoperta della tosse”, Bambino Gesù Istituto per la Salute, A scuola di salute, ottobre 2018
(27) P. Marchisio et al “Gestione dell’otite media acuta in età pediatrica. Prevenzione, diagnosi e terapia”, Società Italiana di Pediatria, 2019
(28) E. Bozzola, “Le 10 cose da sapere sul raffreddore del bambino”, decalogo della Società Italiana di Pediatria
(29) Linea guida, “La gestione della sindrome influenzale”, Sistema Nazionale per le Linee Guida, aggiornamento del 2010
(30) T. Capriati et al, “ESPGHAN Guidelines for the management of acute gastroenteritis in Europeanchildren” Giornale di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica 7 (2015) pp 134-140
(31) Clinical Guidelines, “Urinary tract infection in under 16s: diagnosis and management”, UK National Institute for Health and Care Excellence, aggiornato al 2018
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