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La buona nanna

"Dentro il ventre della madre i bimbi sono protetti, avvolti in un ambiente ovattato e caldo che li fa sentire sicuri e tranquilli"

Capitolo 4 - L’importanza del contatto

CATEGORIA: La buona nanna
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Assicurare al neonato un ambiente ricco di cure e affetto significa porre le basi di una vita adulta emotivamente più solida, più positiva. Secondo lo psicologo britannico John Bowlby, padre della cosiddetta teoria dellattaccamento, il bambino nasce con una ‘predisposizione biologica’ a sviluppare un attaccamento per chi si prende cura di lui: l’attaccamento avrebbe la funzione biologica di proteggere il bambino e la funzione psicologica di fornire sicurezza (15).

Una relazione fondamentale per il suo wellness psicofisico, che influenzerà lo sviluppo della sua personalità e le scelte che compirà da adulto. Quando il piccolo si sente accolto in un ambiente noto e chi si prende cura di lui è presente e risponde alle sue richieste e bisogni, il bambino si sente compreso, è tranquillo e rafforza la sua sicurezza. Emozioni e sensazioni che finirà per riproporre nelle sue successive relazioni, anche in età adulta. E che lo aiuteranno a sviluppare la capacità di superare traumi o momenti difficili.

Dentro il ventre della madre i bambini sono protetti, avvolti in un ambiente ovattato e caldo che li fa sentire sicuri e tranquilli. Quando vengono al mondo, il cambiamento è brusco e intenso. Solo la vicinanza dei genitori, in particolare modo della mamma, può rassicurarli, trasmettendo di nuovo calore e contenimento attraverso l’abbraccio, ma anche con il profumo della pelle e il suono della voce, che i piccoli riescono a riconoscere, e gli sguardi. Gesti naturali e istintivi di accudimento e vicinanza che regalano pace al bambino e anche alla mamma. Che stringendo tra le braccia il suo cucciolo, guardandolo, cantando per lui, si rilassa e si sente serena. Per questo nei primi mesi di vita, in particolare, la relazione si costruisce attraverso il contatto fisico, fin dal primo momento dopo la nascita, quando il bambino viene appoggiato sulla pancia della mamma e i due si ritrovano.

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Non a caso si parla di endogestazione, riferendosi ai nove mesi della gravidanza, e di esogestazione per indicare i primi mesi dopo la nascita, proprio a sottolineare la continuità tra il prima e il dopo. Una continuità che inevitabilmente riguarda anche i bisogni del bambino, che continua ad avere l’esigenza di stare a contatto. Coccole e tenerezze non sono mai esagerate: prenderlo in braccio, rassicurarlo, accogliere con amore le sue paure, il suo bisogno di vicinanza non significa viziarlo. Anche perché il contatto permette al bambino non solo di sentirsi al sicuro, ma anche di percepire i propri limiti fisici attraverso una dimensione di contenimento. Nelle carezze delicate, negli abbracci, durante il cambio, il bagnetto o il massaggio, mamma e papà aiutano il bambino a “sentire” tutte le sue parti e a capire qual è la sua forma (16). E così facendo lo aiutano a percepire il mondo e a crescere.

(15) Bowlby, J. (1983). Attaccamento e perdita

(16) Thomas H. Ogden, “Il limite primigenio dell’esperienza umana”

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