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Approfondimenti scientifici

Temperature rigide

FOCUS: Temperature rigide
QUESTO ARTICOLO APPARTIENE AL PRINCIPIO DEL BABY WELLNESS: Cura e attenzioni amorevoli

Uscire con il grande freddo neonati

Se esplorare fa bene ai bambini, esplorare l’ambiente all’aria aperta è doppiamente benefico per loro, perché l’esposizione alla luce del sole favorisce la sintesi della vitamina D, importantissima per la crescita e la calcificazione delle ossa, e sincronizza i loro orari interni con il ciclo del giorno e della notte, giova all’umore, invita al gioco e al movimento. Non solo, quanto più tempo si trascorre all’aperto, tanto più basso è il rischio di contrarre infezioni respiratorie, che tendono a circolare nei luoghi chiusi e affollati.

Dopo quanti giorni può uscire di casa un neonato? 

Se sta bene non c’è alcuna controindicazione a uscire all’aria aperta, fin dai primi giorni di vita. Anzi, potrebbe piuttosto essere più rischioso restare sempre chiuso in casa, magari con una temperatura ambientale troppo alta o un’aria troppo secca. Se circa trent’anni fa gli esperti consigliavano di aspettare circa 20 giorni prima di uscire con il neonato, iniziando con una passeggiata di 30 minuti e aumentando poi di 15 minuti ogni giorno, oggi non esistono prescrizioni particolari, se non qualche utile regola di buon senso.

A patto di evitare uscite in condizioni estreme, è bene abituare il bambino fin da subito ad uscire di casa e a stare quotidianamente a contatto con l’aria aperta e la luce, così da garantirgli una crescita sana e numerosi vantaggi sia in termini di rilassamento che di stimoli.

Con l’abbigliamento adeguato si può uscire anche a temperature rigide. Il freddo di per sé non fa ammalare. Stesso discorso per la pioggia che, oltretutto, abbatte la presenza di inquinanti nell’atmosfera.

Come vestire il neonato in questa stagione?

Il modo migliore è “a cipolla” che consente di aggiungere o togliere un indumento a seconda delle necessità. È importante privilegiare le fibre naturali come il cotone che fa respirare la pelle e trattiene il calore.

Possiamo pensare a 4 strati:

  • un primo strato l’intimo o body per riparare dal freddo pancia e schiena;
  • un secondo strato una tutina o una maglia con pantaloncini;
  • un terzo strato un golfino o felpa. I piedini vanno sempre tenuti al caldo, con calzini e babbucce!
  • Infine è il momento della giacca imbottita e un sacco termico. Da non dimenticare, sciarpa e cappello per evitare colpi d’aria a collo, fronte e orecchie, eguanti per tenere al caldo le mani.

Un altro prezioso consiglio, utile prima di portare fuori un neonato in inverno, è di non vestirlo troppo tempo prima di uscire: si rischia infatti che l’organismo del bimbo si surriscaldi, e quindi si raffreddi troppo nel momento in cui si è all’aperto…e si rischia malessere e febbre.

È consigliabile uscire con il neonato la tarda mattinata o il primo pomeriggio, quando generalmente l’aria è più calda. Il paravento e il parapioggia da applicare al passeggino o alla carrozzina è l’ideale per proteggerli e contemporaneamente permettere di uscire in piena sicurezza.

Quando fa troppo freddo per i neonati e lattanti?

Quando le temperature raggiungono lo 0, o addirittura scendono al di sotto dello 0. Quando nevica, quando c’è ghiaccio, quando anche noi adulti facciamo fatica a sopportare le temperature così basse.

È importante ricordarsi che i bambini hanno una capacità di auto-regolazione della temperatura corporea ridotta, rispetto a noi adulti. I neonati, soprattutto, hanno meno grasso sottocutaneo, e non hanno ancora sviluppato la capacità di “tremare dal freddo”, un’azione involontaria del loro corpo che permette di produrre un po’ di calore. Di conseguenza, i bambini, specialmente quelli più piccoli, soffrono le temperature basse più degli adulti. E il rischio, a livelli estremi, è l’ipotermia.

I neonati non tremano dal freddo!

I segnali di ipotermia nei bambini sono:

  • un respiro lento;
  • i suoni o pianto strascicante;
  • le azioni goffe;
  • energia azzerata (non reagiscono sui stimoli…sorriso, carezza);
  • sonno eccessivo;
  • pelle molto arrossata e fredda (poi se la pelle diventa bluastra o giallastra, la situazione è ancora più grave, e parliamo di congelamento)

TAKE HOME MESSAGE:

  • Va ricordato che in condizioni normali la temperatura corporea del neonato è leggermente superiore a quella di un adulto. Disturbi come le colichette o la dentizione poi, potrebbero comportare un innalzamento della temperatura.
  • Nella scelta degli ausili per la prima infanzia è raccomandato optare per modelli che permettano una buona circolazione dell’aria al loro interno e che i materiali a contatto con il bambino siano in fibra naturale, come ad esempio il bambù, che ha proprietà che favoriscono la traspirazione. I tessuti delle cappottine e dei rivestimenti esterni dovrebbero essere imbottiti sia per garantire una maggiore protezione.
  • Per capire se il bambino è surriscaldato (da un abbigliamento eccessivo) e monitorare la sua temperatura corporea basta toccare la nuca o la parte posteriore del collo. La temperatura delle mani e dei piedi infatti non è indicativa.
  • L’assenza di sudore non è un segnale indicativo. Poiché le riserve idriche dei bambini piccoli sono molto limitate, potrebbero smettere di sudare non perché non hanno caldo, ma perché semplicemente l’organismo non riesce più a produrre il sudore.
  • l’aumento dei casi di influenza in inverno non è legato alle basse temperature, ma a germi, virus o batteri, che circolano più favorevolmente negli ambienti chiusi.
  • La vita all’aria aperta, apporta innumerevoli benefici alla salute del bambino, sia fisica che mentale migliorando l’umore del bambino
  • Il neonato ( 0-2 mesi), essendo immobile non produce calore dato dall’attività muscolare, per questo andrebbe protetto e vestito con un abbigliamento più caldo.
  • Bambini della prima infanzia (da 3 mesi a 3 anni) possono essere più attivi, più vivaci amare muoversi nella carrozzina o passeggino perciò è consigliato  un abbigliamento più leggero o “a cipolla”.