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Approfondimenti scientifici

L’importanza della sdraietta nello sviluppo motorio del neonato

FOCUS: Sviluppo del neonato
QUESTO ARTICOLO APPARTIENE AL PRINCIPIO DEL BABY WELLNESS: Lo sviluppo armonico del bambino

Nei primi sei mesi di vita, l’utilizzo della sdraietta può rappresentare un valido strumento di supporto allo sviluppo psicomotorio del neonato, se inserito all’interno di una routine varia e ben strutturata.

Sostegno posturale e stimolazione attiva

Durante questa fase, il neonato mostra una crescente propensione a mantenere una posizione semi-eretta. La sdraietta, grazie alla sua inclinazione regolabile, consente al bambino di osservare l’ambiente circostante, interagire visivamente e vocalmente con chi lo accudisce, e attivare la muscolatura degli arti superiori e inferiori.

Questa posizione facilita:

  • Il rafforzamento del controllo del capo;

  • L’organizzazione del movimento degli arti;

  • L’avvio delle prime forme di autoregolazione motoria.

Se utilizzata correttamente, la sdraietta può contribuire a promuovere la partecipazione attiva del neonato all’ambiente e favorire esperienze sensoriali rilevanti, senza sostituirsi ad altre posture fondamentali come quella prona o il contenimento in braccio.

Stimolazione vestibolare e continuità con l’esperienza intrauterina

Dal punto di vista neurofisiologico, l’apparato vestibolare del neonato è già funzionalmente maturo a partire dalla 26ª settimana di gestazione. In utero, il feto sperimenta costantemente il movimento: oscillazioni, cambi di posizione e variazioni di gravità legate al movimento materno. Per il neonato, dunque, l’immobilità rappresenta una condizione nuova e insolita.

La sdraietta, grazie alla possibilità di dondolare o oscillare leggermente, può riproporre stimoli vestibolari analoghi a quelli intrauterini. Questo tipo di stimolazione ha un effetto regolatore: molti neonati si tranquillizzano se cullati dolcemente, ritrovando una continuità sensoriale con le esperienze prenatali.

È importante sottolineare che la sdraietta deve essere utilizzata per brevi periodi e sempre sotto supervisione, evitando un uso prolungato o esclusivo. Va considerata una postura di transizione: utile per l’osservazione e l’interazione, ma da integrare con momenti a terra (sul tappeto, in posizione prona), in braccio o in altre posizioni che favoriscono la varietà motoria e l’esplorazione attiva.