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La buona nanna

“Dai sei mesi fino all'anno di età, metà dei bambini dorme tra le 12 e le 16 ore al giorno.”

Capitolo 2 - I meccanismi del sonno dei bambini

CATEGORIA: La buona nanna
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Di quante ore di sonno necessita un bambino nell’arco della giornata? Quanto tempo dovrebbe impiegare per addormentarsi? Quanti risvegli notturni è normale che faccia? È impossibile trovare risposte univoche a queste domande. Tutti gli studi che hanno tentato di stabilire una regola precisa per rispondere ai dubbi di mamme e papà sul comportamento dei figli, si sono scontrati con un limite: l’ampia variabilità individuale dei tempi della nanna.

Durata complessiva del sonno, numero di pisolini diurni e di risvegli notturni, tempi di addormentamento evolvono rapidamente nel corso dei primi mesi di vita e cambiano in modo significativo da bambino a bambino. Dipendono in parte da caratteristiche innate, spesso ereditate dai genitori, in parte dall’ambiente, cioè dall’approccio culturale al sonno della società in cui vivono i piccoli e dalle abitudini della famiglia.

Tenendo conto di questa variabilità, possiamo dire a grandi linee (7) che nei primi tre mesi di vita circa la metà dei neonati dorme complessivamente ogni giorno dalle 13 alle 16 ore, tra nanna notturna e pisolini diurni. Dai sei mesi fino all’anno di età, metà dei bambini dorme tra le 12 e le 16 ore al giorno.

Inizialmente il sonno è suddiviso in brevi pisolini distribuiti in modo uniforme tra il giorno e la notte, poi progressivamente tende a concentrarsi sempre più nelle ore notturne. A sei mesi la maggior parte dei piccoli dorme almeno 5 ore di seguito durante la notte, ma molti ancora non ci riescono. A un anno di età, ancora il 15% dorme meno di 5 ore consecutive a notte.

Il sonno dei figli è uno dei temi che preoccupa di più i genitori. Secondo un’indagine recente pubblicata su PuBMed, il 40% dei genitori di un bambino di otto mesi è convinto che il figlio soffra di un disturbo del sonno (8). È comprensibile essere perplessi di fronte a un comportamento così imprevedibile e incontrollabile e certamente vi sono disturbi del sonno e altri problemi di salute che possono interferire con il riposo sereno di un bambino.

Se mamma e papà sono preoccupati al riguardo, è giusto che consultino il pediatra. Tuttavia, nella maggior parte dei casi scopriranno che l’apparente stranezza del comportamento del loro piccolo rientra nell’ampia casistica, assolutamente fisiologica, delle abitudini dei bambini riguardo la nanna.

Per dissolvere timori immotivati, è utile sapere come funziona il sonno dei bambini e in cosa differisce da quello degli adulti.

Il sonno non è uno stato uniforme di quiete del cervello. È formato da cicli di fasi in cui il cervello è attivo in modalità differenti. Da tempo la scienza studia queste fasi per chiarire la loro funzione. Quando noi adulti ci addormentiamo, attraversiamo inizialmente una fase di sonno lieve, seguita da una fase di sonno profondo, senza sogni. Infine entriamo in una fase di sonno attivo, detta fase REM, (Rapid Eyes Movements), durante la quale gli occhi si muovono rapidamente sotto le palpebre chiuse, segno che l’individuo sta sognando. L’intero ciclo dura 90-100 minuti. Poi ci svegliamo per un breve istante e ci riaddormentiamo subito, iniziando un nuovo ciclo. Di solito non conserviamo memoria di questi parziali risvegli. Quando abbiamo dormito un numero di ore adeguato o quando, ahimè, suona la sveglia, ci destiamo del tutto.

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Quando un bambino si addormenta (9), invece, entra direttamente nella fase REM, che si estende per il 50%, talvolta fino al 75% del suo ciclo di sonno, contro il 20% dell’adulto. Gli studiosi hanno ipotizzato che il sonno REM sia indispensabile al cervello del bambino per mettere alla prova e regolare le connessioni tra le sue diverse aree, completando la maturazione del sistema nervoso.

Durante la fase REM il piccolo può muoversi, scalciare, emettere suoni e talvolta socchiudere gli occhi, dando così ai genitori l’impressione di essere sveglio. Prenderlo in braccio in questo momento lo sveglierebbe, quindi prima di intervenire bisogna essere certi che il bambino stia effettivamente chiamando le attenzioni di mamma e papà.

Dopo la fase REM, il piccolo passa a una fase di sonno profondo e senza sogni. Al termine di questa, ha completato un ciclo, che nei primi mesi di vita dura 50-60 minuti, e si sveglia. Rispetto all’adulto, che tra un ciclo e l’altro si sveglia solo parzialmente e ne è quasi del tutto incosciente, il bambino per qualche istante è perfettamente vigile, esamina le proprie sensazioni e la situazione ambientale che lo circonda. Ha fame? Si trova in una condizione di benessere o percepisce qualche elemento di disturbo? Si sente in pericolo o l’ambiente è familiare? Respira correttamente?

Se al controllo tutto risulta in regola, di solito anche il bambino si riaddormenta spontaneamente come l’adulto. Ma spesso c’è qualche elemento che suscita la sua attenzione e così, anziché richiudere gli occhi, chiama in aiuto mamma e papà.

(7) C. C. Dias, B. Figueiredo et al, “Reference values and changes in infant sleep-wake behaviour during the first 12 months of life: a systematic review”, Journal of Sleep Research 27(2018) e12654

(8) E. J. Paavonen, O. Saarenpaa-Heikkilaa et al, “Normal sleep development in infants: findings from two large birth cohorts”, Sleep Medicine 69 (2020) pp 145-154

(9) O. G. Jenni, A. B. Borbély, P. Achermann, “Development of the nocturnal sleep electroencephalogram in human infants”, American Journal of Physiology, Regulatory, Integrative and Comparative Physiology 286 (2004) pp 28-38

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