Approfondimenti scientifici
Training respiratorio per il travaglio
Il travaglio rappresenta una delle esperienze più intense e complesse nella vita di una donna, caratterizzata da contrazioni uterine regolari e progressiva apertura cervicale, ma anche da un coinvolgimento profondo a livello neurofisiologico, emotivo e psicologico. Accanto agli interventi medici e farmacologici, le tecniche non farmacologiche basate sul controllo del respiro, sul rilassamento muscolare, sul movimento attivo e sull’adozione di posizioni favorevoli, stanno acquisendo un ruolo sempre più centrale nel facilitare un travaglio fisiologico, ridurre la percezione del dolore e migliorare l’esperienza materna.
Tecniche di respiro: regolazione neurofisiologica e analgesia endogena
Le tecniche respiratorie rappresentano uno degli strumenti più antichi e universali per modulare il dolore del travaglio. Studi neurofisiologici dimostrano che la respirazione profonda e ritmica stimola il sistema nervoso parasimpatico, facilitando il rilascio di neurotrasmettitori come la serotonina e le endorfine, che agiscono da analgesici endogeni. Inoltre, una respirazione controllata migliora l’ossigenazione dell’utero e del feto, rendendo le contrazioni più tollerabili.
Un esempio significativo è il Metodo Lamaze, sviluppato negli anni ’50 dal medico francese Fernand Lamaze. Questo approccio si basa sull’idea che la donna, attraverso tecniche di respirazione controllata, rilassamento muscolare e consapevolezza corporea, possa gestire attivamente il dolore del travaglio riducendo ansia e tensione. Questo metodo incoraggia il movimento libero, l’adozione di posizioni comode e il supporto continuo durante il parto, promuovendo un’esperienza più naturale e positiva. Oggi è uno dei metodi più diffusi nel mondo per preparare le donne al parto fisiologico.
Esempio di tecnica di respirazione Lamaze
Posizione comoda: assumere una posizione naturale e rilassata, in piedi, seduti o camminando lentamente. È possibile anche appoggiarsi a una superficie stabile per favorire il comfort.
Respiro ritmico e controllato: all’inizio della contrazione, si inspira lentamente e profondamente dal naso, contando mentalmente fino a 3, permettendo al diaframma di espandersi e all’addome di sollevarsi leggermente.
Espirazione lenta: l’espirazione avviene attraverso la bocca semiaperta, con un suono morbido e ritmico (ad esempio un leggero “hee” o “hoo”), contando fino a 4 o 5, rilasciando progressivamente la tensione accumulata.
Ripetizione del ciclo: il ciclo di inspirazione ed espirazione viene mantenuto per tutta la durata della contrazione, con attenzione costante al ritmo respiratorio e al rilassamento dei gruppi muscolari coinvolti.
Respirazione di riposo: durante le pause tra una contrazione e l’altra, si torna a una respirazione naturale e profonda, favorendo il recupero e la preparazione per la fase successiva.
Questa tecnica facilita la distrazione dal dolore, aumenta la produzione di endorfine naturali e favorisce il rilassamento muscolare, contribuendo a un travaglio più sereno.
Rilassamento muscolare: dall’antico alleviamento dello stress alla pratica ostetrica
Il rilassamento muscolare progressivo, ideato nel XX secolo da Edmund Jacobson, è una tecnica ampiamente utilizzata anche nel contesto ostetrico per contrastare la tensione muscolare e la rigidità pelvica che possono ostacolare il processo del parto. L’efficacia del rilassamento è stata confermata da studi che evidenziano una riduzione del tono muscolare, della frequenza cardiaca e i livelli di cortisolo, l’ormone tipico dello stress.
La donna viene guidata a riconoscere e distendere gradualmente i principali gruppi muscolari coinvolti, facilitando un ambiente corporeo più accogliente per il passaggio fetale. Integrato con respirazione e visualizzazioni, il rilassamento potenzia l’effetto analgesico e ansiolitico.
Movimento e posizioni attive: meccanica e fisiologia del parto dinamico
Il movimento durante il travaglio è stato riconosciuto fin dall’antichità, con testi storici che documentano camminate, oscillazioni del bacino e posizioni erette come strumenti per agevolare la progressione del parto. Oggi la ricerca supporta l’efficacia del movimento attivo nel ridurre la durata del travaglio e nel migliorare la percezione del dolore.
Camminare stimola la gravità, favorisce l’orientamento ottimale del feto e modula le contrazioni uterine. L’adozione di posizioni diverse, come in ginocchio, seduta sulla palla o in posizione accovacciata, influisce sulla morfologia pelvica, aumentando le dimensioni del canale del parto e facilitando l’espulsione. Inoltre, il movimento attivo contribuisce a mantenere un senso di controllo e partecipazione attiva da parte della donna, elementi chiave per un’esperienza positiva.
L’Integrazione delle tecniche: un approccio sinergico
L’efficacia di queste tecniche risiede spesso nella loro integrazione personalizzata durante il travaglio. Le ostetriche moderne sono formate per guidare la donna in una combinazione dinamica di respiro controllato, rilassamento muscolare, movimento e posizioni variabili in base alle fasi e alle esigenze individuali del parto. Questa sinergia produce effetti complementari, ottimizzando le risorse fisiologiche e psicologiche della donna e promuovendo un travaglio più fisiologico e meno medicalizzato.
Recenti studi neuroscientifici hanno messo in luce come la stimolazione sensoriale prodotta da movimenti ritmici e da specifiche posizioni possa attivare vie nervose coinvolte nel controllo del dolore e nell’attivazione del sistema endocannabinoide, aprendo nuove prospettive per il supporto non farmacologico al travaglio. Inoltre, l’adozione di posizioni verticali o semierette è supportata da tecnologie moderne come la tomografia computerizzata dinamica pelvica, che documenta l’aumento delle dimensioni del bacino in queste configurazioni rispetto alla posizione supina tradizionale.
Esempio di training respiratorio per il travaglio
Il training respiratorio si articola su due principali modalità respiratorie da utilizzare in momenti distinti del travaglio:
- il respiro lento e profondo durante le contrazioni,
- il respiro rapido e più superficiale nelle pause tra una contrazione e l’altra.
Guida pratica per l’allenamento quotidiano:
1. Preparazione: iniziare in un ambiente tranquillo e confortevole, assumendo una posizione comoda da seduti o distesi. È consigliabile chiudere gli occhi e rilassare le spalle e il collo per facilitare la concentrazione.
2. Respiro profondo (fase attiva della contrazione): inspirare lentamente e profondamente dal naso, contando mentalmente fino a 4, percependo l’aria che raggiunge la parte bassa dei polmoni e l’espansione del diaframma verso il basso.
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- Trattenere brevemente l’aria per 1-2 secondi, senza sforzo.
- Espirare lentamente dalla bocca, contando fino a 6-8, visualizzando il rilascio della tensione e del dolore con l’aria espulsa.
- Ripetere questo ciclo respiratorio per tutta la durata della contrazione.
Questo tipo di respirazione contribuisce a calmare il sistema nervoso, attivare la risposta parasimpatica e stimolare il rilascio di endorfine con effetto analgesico.
3. Respiro rapido e superficiale (tra le contrazioni): dopo la contrazione, passare a un respiro rapido, leggero e ritmico, simile a un “fiato corto”, con inspirazioni ed espirazioni veloci attraverso la bocca, evitando l’iperventilazione. Questo respiro favorisce la vigilanza mentale e prepara il corpo alla contrazione successiva. Continuare per alcuni cicli, quindi tornare al respiro lento al sopraggiungere della nuova contrazione.
4. Consapevolezza corporea: durante l’intero esercizio, mantenere l’attenzione focalizzata sulle sensazioni corporee, sul ritmo del respiro e sul rilassamento dei muscoli del collo, delle spalle e del pavimento pelvico.
5. Esercizio quotidiano: si consiglia di praticare regolarmente l’alternanza delle due tecniche respiratorie per almeno 10-15 minuti al giorno, preferibilmente in momenti di tranquillità. Tale abitudine permette di familiarizzare con il ritmo respiratorio e di sviluppare una maggiore consapevolezza corporea.
L’integrazione di visualizzazioni positive o musica rilassante può amplificare l’efficacia del training.
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