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Approfondimenti scientifici

Stimolazione prenatale

FOCUS: Il bonding
QUESTO ARTICOLO APPARTIENE AL PRINCIPIO DEL BABY WELLNESS: Il suo benessere comincia molto prima della nascita

Man mano che le settimane di gestazione procedono, il feto sviluppa progressivamente una serie di competenze sensoriali che lo mettono nella condizione di adattarsi meglio all’ambiente intrauterino, di prepararsi alla vita extrauterina nonché di comunicare ed interagire non solo chimicamente, ma anche attraverso i sensi, sia con la madre che con il mondo esterno.
Sensazioni e percezioni sono necessarie al feto per comunicare col suo mondo e per integrare le informazioni ricevute sia dall’ambiente materno che da quello esterno, trasformandole in apprendimento.
Infatti, il feto durante la vita prenatale si “prepara” fisicamente e, soprattutto, psicologicamente, all’ambiente in cui si troverà a vivere. Ciascuno nasce in un sistema familiare e culturale differente dagli altri ed è evidente che maggiore è la nostra capacità di adattamento, maggiore è la possibilità di sopravvivere e di fronteggiare le sfide della vita. Il periodo fetale può considerarsi, quindi, come un periodo di apprendimento e di familiarizzazione con la vita esterna.

Le competenze sensoriali

Le competenze sensoriali ci permettono di entrare in contatto con gli stimoli che provengono dall’ambiente. Attraverso tatto, olfatto, gusto, vista ed udito possiamo ricevere informazioni sul mondo circostante. Tali competenze iniziano a formarsi a livello embrionale e continuano
nello stadio fetale. Immerso nel liquido amniotico, il bambino è continuamente stimolato da suoni, rumori, luci, voci, odori, provenienti dall’utero e dall’ambiente esterno.

Inizialmente, allo stato blastemico ed embrionale, la comunicazione tra il piccolo e l’ambiente è prevalentemente connotata da scambi chimici ed ormonali con la mamma. Successivamente, man mano che le competenze sensoriali del feto si sviluppano, oltre alla interazione chimica si affianca la stimolazione sensoriale attraverso cui il bambino apprende e si relaziona col mondo.

Come si sviluppano nel periodo prenatale le competenze sensoriali

Il tatto

Questo è il primo senso a formarsi e consente di acquisire molte informazioni su noi stessi e sull’ambiente. Secondo i principi dell’embriologia, una funzione è tanto più importante quanto più precocemente si sviluppa. Essendo l’organo della pelle e il senso del tatto i primi a formarsi nell’embrione, possiamo comprendere come, anche dal punto di vista neurofisiologico, la funzione del contatto sia un bisogno primario dell’essere umano.
In particolare, la pelle è già completa all’ottava settimana ed è dotata di importanti recettori che consentono di percepire gli stimoli. Il feto ha una buona percezione del contatto attraverso la parete addominale e uterina. Il tatto diventa quindi anche un organo della relazione con la madre ed il mondo esterno.

Si è frequentemente osservato, per esempio, come il feto, se agitato, sia in grado di calmarsi se la madre tocca l’addome con le mani, come a coccolarlo e tenerlo tra di esse. Grazie alla valenza profonda del tatto, è possibile stabilire precocemente una comunicazione psicotattile con il proprio bambino, toccando e massaggiando teneramente il ventre materno, accompagnando gesti e carezze con dolci parole. Con questa pratica precoce del tocco e del massaggio, si è evidenziato che già dal 4° mese il feto reagisce allo stimolo, rispondendo col movimento.

Il massaggio, se portato avanti con regolarità, consente ai genitori di creare un legame precoce col bambino, comunicandogli amore, tenerezza accettazione e da cui egli ricava un senso di sicurezza e protezione. Si è visto, poi, che se il contatto viene per esempio stabilito sempre ad una certa ora, il feto si prepara all’appuntamento e se, per qualche motivo, questo non ha luogo, egli dimostra il suo disappunto ed il suo richiamo attraverso dei segnali motori.
È fondamentale trasmettere al bambino, attraverso il tocco, un messaggio di amore ed accettazione per la sua presenza in quanto egli recepisce e memorizza queste informazioni integrandole nella propria memoria implicita. Ciò favorirà anche la relazione post-natale tra il piccolo ed i genitori.

Olfatto

Questo senso si sviluppa precocemente, già dall’ottava settimana. Nel ventre materno il bambino è costantemente esposto a molti stimoli olfattivi che provengono sia dal cibo assunto dalla madre che dall’ambiente esterno circostante. Tali stimoli favoriscono lo sviluppo della sensibilità e della memoria olfattiva del feto grazie alle quali il piccolo potrà riconoscere gli stimoli stessi ed orientarsi nell’ambiente extrauterino.

È nota, infatti, la capacità del neonato di riconoscere l’odore della mamma (e del suo latte) fin da subito, e di preferirlo all’odore di altre puerpere. L’olfatto, poi, è in stretta connessione con le funzioni intuitive, con l’orientamento spaziale e con la capacità di discriminazione. Come detto, infatti, il bambino appena nato riconosce l’odore della madre e si orienta verso il suo seno per succhiare.

Gusto

Il gusto entra in funzione verso il 3° mese, quando i recettori gustativi raggiungono una presenza piuttosto sostenuta sulla lingua. In questo periodo il nascituro inizia a svolgere anche l’attività di deglutizione del liquido amniotico, grazie al quale egli ne regola la quantità e ne assapora la gustosità. Verso la 18-24esima settimana inizierà anche a succhiarsi il dito, attività propedeutica all’allattamento al seno (meccanismo che sarà coordinato verso la 34-35esima settimana).

Le ricerche dimostrano che il feto è goloso di sapori dolci. Tramite ecografia si è osservato, infatti, che introducendo del glucosio nel liquido amniotico il bambino aumenta il ritmo di suzione e di deglutizione, manifestando espressioni di piacere, mentre in presenza di sostanze amare rallenta il ritmo di deglutizione, fa smorfie di disgusto e cerca di chiudere la bocca.
Il sapore e l’odore del liquido amniotico, poi, secondo le ricerche sono molto somiglianti a quello del latte materno, pertanto attraverso tali sensi il bambino si prepara alla ricerca del capezzolo ed alla suzione post-natale. Inoltre, sembra che le esperienze relative al cibo fatte dalla madre in gravidanza creino una memoria gustativa nel bambino in grado di condizionare le sue preferenze alimentari future.
La memoria gustativa e quella olfattiva hanno un grande valore perché possono condizionare le esperienze del bambino, soprattutto nel primo anno di vita, rispetto all’allattamento ed allo svezzamento e quindi possono influire sulle sue abitudini e sui suoi gusti alimentari.

Udito

È il senso predominante nella vita intrauterina e completa la sua struttura tra il 2° ed il 5° mese. L’orecchio medio si completa tra l’ottava e la 12esima settimana e la coclea è pronta a 10 settimane. A 20 settimane l’orecchio è completamente formato e tra la 32esima e la 35esima settimana la funzione uditiva è allo stesso livello della vita post natale.

Il feto reagisce agli stimoli sonori provenienti dal mondo esterno: un segnale acustico improvviso e abbastanza intenso è in grado di suscitare una accelerazione nel battito cardiaco che torna ai valori di base dopo diversi minuti. Se il suono è molto forte, il feto sobbalza e la sua vescica si svuota.

L’udito del bambino in utero, poi, è molto stimolato durante la vita prenatale dai suoni provenienti dall’ambiente intrauterino. Nel corpo della madre risuonano, infatti, innumerevoli sonorità: innanzitutto il battito cardiaco che “culla” il piccolo con la sua presenza costante e rassicurante; poi il flusso sanguigno; il suono della respirazione e dei movimenti del diaframma; i suoni intestinali; il rumore delle articolazioni e lo svuotamento dello stomaco Tutte fonti che costituiscono una stimolazione, un “bagno sonoro”, per il feto.
E poi, fondamentale, la voce della madre e delle altre figure di riferimento. Proprio per questo, molte ricerche evidenziano l’importanza di parlare e cantare al bambino in utero: grazie a ciò si instaura un dialogo dove il suono rappresenta l’intermediario che permette e facilita la relazione, favorendo l’attaccamento pre e post natale.
Questo senso, così sviluppato e preponderante, è anche quello che ha consentito, tramite diverse ricerche, di indagare le competenze cognitive e mnemoniche del feto.