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Approfondimenti scientifici

Riflessi innati del neonato: indicatori di maturazione neurologica e strategie di sviluppo

AUTORE: Dott.ssa Marialucia Vaiano
FOCUS: Sviluppo del neonato

I riflessi neonatali rappresentano risposte motorie automatiche e stereotipate presenti sin dalla nascita, fondamentali per la sopravvivenza immediata, la nutrizione, la protezione e lo sviluppo neurocomportamentale del neonato. Queste risposte involontarie non sono semplici movimenti isolati, ma componenti integrate di un sistema biologico altamente evoluto, che favorisce l’adattamento del neonato all’ambiente extrauterino. La loro osservazione e valutazione offrono informazioni preziose sulla maturità neurologica e sulla funzionalità del sistema nervoso centrale, fornendo al caregiver strumenti per interpretare i segnali del bambino e rispondere adeguatamente ai suoi bisogni.

Dal punto di vista neurofisiologico, i riflessi neonatali sono mediati da circuiti spinali e troncoencefalici, con contributi corticali limitati nelle prime settimane di vita. L’integrazione tra stimoli sensoriali (tattile, visivo, olfattivo) e risposte motorie consente al neonato di orientarsi verso fonti nutritive, mantenere stabilità posturale, esplorare l’ambiente e comunicare bisogni fondamentali. Circuiti limbici e sistemi neuroendocrini, inclusi ossitocina e dopamina, modulano la risposta comportamentale del neonato e favoriscono la sincronizzazione con il caregiver, facilitando l’attaccamento precoce e la regolazione emotiva reciproca.

Funzionalmente, i riflessi neonatali hanno molteplici ruoli adattativi:

  • Per il neonato, garantiscono nutrizione (come il rooting e il sucking reflex), protezione da stimoli improvvisi (Moro reflex), esplorazione e contatto con l’ambiente e la madre (grasping reflex, movimenti posturali).
  • Per il caregiver, la manifestazione di questi riflessi offre segnali chiari sullo stato di allerta, sulla fame, sullo stress o sul benessere del neonato, guidando comportamenti di cura, protezione e interazione.

In tal senso, i riflessi neonatali costituiscono un linguaggio biologico primario tra neonato e caregiver, essenziale per la costruzione di un legame affettivo precoce e per il supporto allo sviluppo psicomotorio. Comprendere le basi neurologiche e le funzioni adattative dei riflessi neonatali non solo permette di interpretare correttamente il comportamento del neonato, ma costituisce un fondamento per la pratica clinica in neonatologia e pediatria, orientata a ottimizzare nutrizione, sicurezza, sviluppo neurologico e legame madre-bambino.

Classificazione dei riflessi neonatali

La classificazione dei riflessi neonatali nasce dagli studi neurologici dei primi decenni del XX secolo, con contributi di ricercatori come Joseph Babinski, Ernst Moro, Jules Landau e Johannes Galant, che descrissero riflessi fondamentali per la sopravvivenza, il tono muscolare e la protezione del neonato. Negli anni ’60 e ’70, autori come Prechtl e Brazelton formalizzarono una classificazione moderna basata sulla funzione adattativa e sul controllo neurologico. I riflessi neonatali vengono generalmente suddivisi in tre categorie principali in base alla loro funzione adattativa e al controllo neurologico: riflessi primitivi, riflessi posturali e riflessi di locomozione automatica. Questa suddivisione permette di comprendere le diverse finalità evolutive dei riflessi e di valutare lo sviluppo neurologico del neonato in modo sistematico.

 

1. Riflessi primitivi

I riflessi primitivi sono risposte automatiche presenti alla nascita e mediamente integrate o soppresse entro i primi mesi di vita. Essi hanno funzioni essenzialmente di sopravvivenza e nutrizione, permettendo al neonato di ottenere cibo, protezione e contatto con il caregiver.

Rooting reflex: si manifesta quando uno stimolo tattile viene applicato alla guancia o ai lati della bocca del neonato. In risposta, il neonato ruota la testa verso lo stimolo, apre la bocca e orienta labbra e lingua in direzione del capezzolo o della fonte nutritiva. Questo riflesso è cruciale nei primi giorni di vita per facilitare l’attacco al seno e garantire una nutrizione efficace senza intervento esterno.

  • Basi neurofisiologiche: mediato da circuiti del tronco encefalico e da nuclei motori cranici (V e VII), integrando input sensoriali cutanei e propriocettivi.
  • Tempistiche: comparsa immediata alla nascita, scomparsa intorno ai 4 mesi.
  • Rilevanza clinica: assenza o debolezza può indicare ipotonia, lesioni craniche o ritardo neurologico; presenza e intensità sono monitorate per valutare l’integrità neurologica di base.

Sucking reflex: si tratta di una suzione ritmica in risposta a stimoli sul palato, sulle labbra o sulla guancia, che consente al neonato di estrarre il latte. Questo riflesso è essenziale per la nutrizione precoce, la stimolazione della produzione lattea materna tramite ossitocina e la regolazione della fame e della sazietà.

  • Basi neurofisiologiche: controllato da nuclei motori del tronco encefalico (principalmente il nucleo del nervo trigemino e del nervo faciale), in connessione con strutture sensoriali e vie cortico-spinali emergenti.
  • Tempistiche: presente alla nascita, normalmente integrato entro 4 mesi quando la suzione diventa volontaria.
  • Rilevanza clinica: difficoltà nel sucking reflex può compromettere l’allattamento e segnalare ipotonia, prematurità o lesioni neurologiche.

Moro reflex: si attiva in risposta a stimoli improvvisi, come un cambiamento di posizione o un rumore forte. Il neonato estende braccia e gambe, le abduce e poi le riporta verso il tronco in un gesto simile a un abbraccio. La funzione principale è protettiva, preparando il neonato a reagire a potenziali minacce.

  • Basi neurofisiologiche: mediato da circuiti troncoencefalici, in particolare dal collicolo superiore e dai nuclei vestibolari, con integrazione sensoriale proveniente da labirinto e recettori muscolari.
  • Tempistiche: presente alla nascita, generalmente scompare tra 3 e 6 mesi.
  • Rilevanza clinica: assenza, asimmetria o persistenza oltre i 6 mesi può indicare danni neurologici, paralisi brachiale o disturbi del sistema nervoso centrale.

Il riflesso di Moro prende il nome dal pediatra austriaco Ernst Moro (1874-1951), che lo descrisse per la prima volta nel 1918. Moro osservò che i neonati rispondono a stimoli improvvisi, come cambiamenti di posizione o rumori forti, con una estensione rapida delle braccia e delle gambe seguita dalla adduzione verso il tronco, come se cercassero di “abbracciare” o proteggersi.

 

Grasping reflex: il grasping reflex si manifesta quando la palma della mano o la pianta del piede del neonato viene stimolata: il neonato chiude le dita attorno all’oggetto o alla superficie. Questo riflesso favorisce il contatto tattile precoce, stimola l’esplorazione e rafforza la relazione madre-bambino tramite il contatto fisico.

  • Basi neurofisiologiche: riflesso spinal-mediato dai motoneuroni α e γ, con integrazione sensoriale cutanea e propriocettiva.
  • Tempistiche: comparsa immediata alla nascita, scomparsa tra 3 e 4 mesi.
  • Rilevanza clinica: assenza può indicare lesioni nervose periferiche o spinali; persistenza oltre il normale periodo può suggerire disfunzioni neuromotorie.

 

2. Riflessi posturali

I riflessi posturali emergono nei primi mesi di vita e riflettono la maturazione del controllo motorio, della postura e dell’equilibrio. Essi anticipano lo sviluppo di movimenti volontari complessi e coordinati.

Riflesso di Galant: si osserva stimolando lateralmente la regione lombare del neonato lungo la colonna vertebrale. La risposta tipica è una flessione laterale del tronco verso lo stimolo, accompagnata talvolta da un leggero movimento degli arti inferiori.

  • Funzione adattativa: facilita movimenti di aggiustamento posturale e contribuisce allo sviluppo motorio precoce, come la capacità di rotolare e stabilizzarsi in posizione prona.
  • Basi neurofisiologiche: mediato da circuiti spinali e da interneuroni del midollo spinale, integrando input tattili e propriocettivi.
  • Tempistiche: comparsa alla nascita, generalmente scompare tra 4 e 6 mesi.
  • Rilevanza clinica: assenza può indicare lesioni del midollo spinale o ipotonia; risposta eccessiva o asimmetrica può suggerire anomalie neuromotorie.

Il riflesso di Galant prende il nome dal neurologo e pediatra tedesco Johannes Galant, che lo descrisse agli inizi del XX secolo. Galant osservò che, stimolando lateralmente la regione lombare di neonati e lattanti, il tronco tendeva a flettersi lateralmente verso lo stimolo, spesso accompagnato da un movimento degli arti inferiori.

 

Riflesso di Babinski: si manifesta stimolando la pianta del piede del neonato, dalla parte laterale del tallone verso le dita. La risposta è caratterizzata da estensione dorsale delle dita del piede e abduzione.

  • Funzione adattativa: riflette la maturazione dei circuiti nervosi piramidali e la funzionalità dei sistemi spinali e corticospinali. Nei neonati, la dorsiflessione delle dita è considerata normale; la stessa risposta negli adulti può indicare lesioni neurologiche.
  • Basi neurofisiologiche: mediato dall’integrità dei motoneuroni cortico-spinali e dei circuiti spinali, con modulazione sensoriale dalla stimolazione plantare.
  • Tempistiche: presente alla nascita, scompare generalmente tra 6 e 12 mesi, quando i riflessi corticali maturano.
  • Rilevanza clinica: assenza nel neonato può indicare neuropatie periferiche o lesioni spinali; persistenza oltre il periodo previsto può suggerire lesioni corticospinali.

Il Riflesso di Babinski prende il nome dal medico francese Joseph Babinski (1857-1932), che per primo lo descrisse dettagliatamente nel 1896. Babinski osservò che, nei neonati, la stimolazione della pianta del piede provocava una estensione dorsale delle dita del piede, mentre negli adulti con lesioni del sistema nervoso centrale si poteva osservare la stessa risposta anomala, che divenne nota come segno di Babinski.

 

Riflesso di Landau: si osserva sollevando il neonato in posizione prona, sostenendo il torace e lasciando gli arti liberi. Il neonato risponde con estensione simultanea di testa, tronco e arti, come se cercasse di mantenere l’equilibrio.

  • Funzione adattativa: anticipa lo sviluppo del controllo posturale e della forza muscolare del tronco, elementi fondamentali per la futura deambulazione e per il mantenimento della postura eretta.
  • Basi neurofisiologiche: mediato da circuiti troncoencefalici e spinali che integrano informazioni vestibolari e propriocettive, con modulazione muscolare tonica.
  • Tempistiche: comparsa intorno ai 3 mesi, con picco di intensità tra 3 e 12 mesi, scompare gradualmente quando il controllo volontario dei movimenti e la postura si stabilizzano.
  • Rilevanza clinica: assenza può indicare ipotonia generalizzata o ritardo neuromotorio; risposta scarsa o incompleta può riflettere deficit neurologici centrali o periferici.

Il riflesso di Landau prende il nome dal pediatra francese Jules Landau (1879-1928), che per primo lo descrisse dettagliatamente nei neonati e lattanti negli anni ’20 del XX secolo. Landau osservò che, quando un neonato veniva sollevato in posizione prona sostenendo il torace, tendeva a estendere simultaneamente testa, tronco e arti, come se cercasse di mantenere l’equilibrio.

 

3. Riflessi di locomozione automatica

I riflessi di locomozione automatica sono schemi motori innati che permettono al neonato di eseguire movimenti coordinati in risposta a stimoli specifici, senza controllo volontario. Questi riflessi anticipano schemi motori complessi, come camminare e nuotare, e rappresentano una base fondamentale per lo sviluppo della mobilità volontaria e della coordinazione motoria più sofisticata. Essi riflettono l’integrità dei circuiti spinali e tronco encefalici e contribuiscono all’apprendimento motorio precoce.

Riflesso di marcia automatica (stepping reflex): quando il neonato viene tenuto in posizione verticale con i piedi a contatto con una superficie piana, manifesta movimenti alternati degli arti inferiori simili a passi. Questo comportamento è considerato un predispositivo motorio che anticipa la camminata volontaria, favorendo la coordinazione arto-tronco e la modulazione del tono muscolare degli arti inferiori.

  • Tempistiche: presente alla nascita, tipicamente scompare entro le 6-8 settimane, a causa dell’aumento del peso corporeo che limita il movimento spontaneo.
  • Funzione adattativa: contribuisce allo sviluppo dei pattern locomotori e permette di valutare l’integrità neuromotoria dei circuiti spinali.

Riflesso di nuoto: quando il neonato è immerso parzialmente in acqua, mostra movimenti coordinati di braccia e gambe, con respirazione automatica, che ricordano schemi di galleggiamento e nuoto. Questo riflesso è indicativo di coordinazione neuromotoria di base, equilibrio e integrazione sensoriale.

  • Tempistiche: comparsa alla nascita, normalmente si riduce entro 4-6 mesi, quando il controllo volontario dei movimenti inizia a prevalere.
  • Funzione adattativa: favorisce schemi motori di equilibrio e movimento in ambiente acquatico, stimola muscoli e articolazioni, e contribuisce alla futura mobilità volontaria.

 

Linee Guida per la valutazione dei riflessi neonatali

Le linee guida per la valutazione dei riflessi neonatali sono raccomandazioni cliniche basate su evidenze scientifiche che definiscono modalità, tempistiche e criteri di osservazione dei riflessi innati nei neonati. Questi protocolli servono a standardizzare l’esame neurologico precoce, a interpretare correttamente le risposte riflessive, a identificare precocemente possibili anomalie nello sviluppo neuromotorio e a orientare interventi clinici tempestivi. L’obiettivo principale è garantire una valutazione affidabile e riproducibile dei riflessi neonatali, promuovendo il monitoraggio della maturità neurologica, la sicurezza del neonato e la qualità dell’assistenza clinica.

  1. Contesto dell’esame neurologico
    • L’esame neurologico neonatale dovrebbe essere condotto in un ambiente calmo, riscaldato e durante uno stato di vigilanza quieta (“quiet alert”), per minimizzare fattori che alterano la risposta riflessa.
    • Prima di valutare i riflessi, è opportuno osservare il tono muscolare (assiale e periferico), la postura di base e i movimenti spontanei, per fornire un quadro completo della maturità neurologica.
  2. Riflessi da valutare
    • Devono essere testati i riflessi primitivi principali come il Moro, la suzione, il rooting e la presa palmare, come indicato nell’esame neurologico neonatale standard.
    • Anche riflessi spinali e posturali (ad esempio il riflesso di Galant) devono essere inclusi nella valutazione neurologica.
    • Nei neonati ad alto rischio (es. prematuri, con ipotonia o condizioni critiche) è consigliato un monitoraggio più frequente dei riflessi primitivi, dato che risposte assenti o anomale possono essere predittive di sviluppo neurologico sfavorevole.
  3. Interpretazione delle risposte
    • La presenza, l’intensità, la simmetria e la persistenza dei riflessi devono essere interpretate alla luce dell’età gestazionale del neonato. La maturazione neurologica influisce su questi parametri.
    • L’assenza o l’asimmetria di un riflesso che dovrebbe essere presente oppure la persistenza oltre il periodo atteso sono segnali che richiedono approfondimento neurologico.
    • È importante considerare la variabilità fisiologica: in neonati sani, la forza o la presenza di alcuni riflessi può variare nei primi giorni di vita.
  4. Monitoraggio nel tempo
    • Ripetere l’esame neurologico, inclusi i riflessi, a intervalli regolari (es. durante i controlli pediatrici) per valutare l’integrazione o l’evoluzione riflessa.
    • Documentare chiaramente ogni risposta riflessa: schema temporale, presenza/assenza, simmetria, forza. Questo aiuta a mettere in evidenza cambiamenti nel tempo e a guidare eventuali indagini.
    • In situazioni di rischio neurologico (neonati con encefalopatia, ipotonia, complicanze perinatali), utilizzare scale neurocomportamentali o esami neurofunzionali più sofisticati (es. Valutazione Neurofunzionale) per integrare l’esame riflesso.
  5. Intervento clinico e follow-up
    • In caso di risposte riflessive anomale, programmare una valutazione neurologica specialistica (neuropediatra) e considerare esami di imaging o elettrofisiologici, se indicato.
    • Attivare percorsi di intervento precoci (fisioterapia, stimolazione motoria) in neonati con alterazioni riflessive che suggeriscono disfunzioni neuromotorie.
    • Educare il personale sanitario (ostetriche, pediatri) sulle modalità corrette di evocazione dei riflessi e sulle implicazioni cliniche delle risposte anomale, per garantire un esame affidabile e uniforme.
  6. Documentazione e qualità dell’esame
    • Usare protocolli standardizzati per l’esame neurologico neonatale, inclusi i riflessi, come quelli descritti nelle linee guida NIPE (Neonatal and Infant Physical Examination).
    • Garantire formazione regolare agli operatori sull’identificazione dei riflessi e sulle normative cliniche per migliorare la precisione diagnostica e ridurre la variabilità inter-operatore.
    • Registrare e analizzare i dati riflessi nei database clinici per contribuire a uno studio continuo della variabilità normale nei riflessi neonatali e migliorare le pratiche basate sull’evidenza.

 

La suddivisione dei riflessi neonatali in categorie di riflessi primitivi, posturali e di locomozione automatica offre un quadro concettuale fondamentale per comprendere e interpretare le molteplici funzioni adattative che questi comportamenti innati svolgono.
Attraverso questa classificazione, è possibile riconoscere come ciascun riflesso contribuisca alla sopravvivenza del neonato, al mantenimento della postura e allo sviluppo dei futuri schemi motori volontari, evidenziando la loro rilevanza evolutiva e biologica. Inoltre, la valutazione sistematica dei riflessi consente di stimare la maturità neurologica del neonato, poiché l’assenza, la persistenza oltre i tempi previsti o l’asimmetria nelle risposte possono rappresentare segnali precoci di disfunzioni neurologiche o di compromissione dello sviluppo motorio.

Questa classificazione fornisce quindi strumenti utili agli operatori sanitari per orientare interventi clinici precoci mirati, identificando tempestivamente eventuali ritardi nello sviluppo neuromotorio o disturbi del tono e della coordinazione, e permettendo l’implementazione di stimolazioni specifiche e protocolli di supporto funzionale volti a favorire una maturazione armonica del sistema nervoso centrale e periferico. In questo modo, la conoscenza e l’applicazione della classificazione dei riflessi neonatali si configurano non solo come un metodo di osservazione diagnostica, ma anche come una guida per strategie preventive e di promozione dello sviluppo fisiologico e motorio del neonato.

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Università di Ferrara, Dipartimento di Pediatria. “Lezioni di Neonatologia – Esame neurologico: riflessi neonatali” (dispensa didattica) – 2025

Associazione Italiana di Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (AITNE) / SINPIA. Identificazione del neonato a rischio e intervento riabilitativo. Documento di linea guida con patrocinio SINPIA, 2024

Policlinico di Milano. “Strumenti per il pediatra – schede per la valutazione neurofunzionale neonatale” (schede di sviluppo) – aggiornamento 2025