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Approfondimenti scientifici

L’imprinting gustativo e olfattivo & allattamento al seno

AUTORE: Dott.ssa Maria Lucia Vaiano & Dott.ssa Alexandra Semjonova & Dott.ssa Monica Napolitano

L’allattamento rappresenta uno dei primi comportamenti complessi del neonato, in cui nutrizione, relazione e stimolazione sensoriale convergono in un unico atto carico di significati biologici ed emotivi. Ben oltre il suo valore calorico, l’allattamento al seno costituisce un’esperienza multisensoriale che coinvolge olfatto e gusto come canali primari di riconoscimento, regolazione e apprendimento precoce.

Durante questo processo, il neonato elabora odori e sapori provenienti dal corpo e dal latte materno, creando mappe sensoriali integrate che lo guidano nel comportamento alimentare e nell’orientamento sociale. Queste esperienze sono facilitate da meccanismi neurali precocemente attivi, che rendono possibile il riconoscimento selettivo della madre e il consolidamento del legame affettivo, già a partire dalla vita intrauterina.

Il sistema olfattivo

Il sistema olfattivo è tra i primi a svilupparsi nel feto. I recettori olfattivi dell’epitelio nasale si formano intorno alla settima settimana gestazionale, mentre la trasduzione olfattiva diventa funzionalmente attiva intorno alla 28a settimana.

Già in epoca fetale, l’olfatto è stimolato attraverso l’inalazione del liquido amniotico, il quale veicola sostanze aromatiche provenienti dalla dieta materna e dalla sua fisiologia metabolica. Tale esposizione precoce crea una memoria olfattiva intrauterina che funge da base per il riconoscimento postnatale della madre. È in questo periodo che si costruiscono i primissimi legami sensoriali, determinanti per il bonding prenatale, la prima forma di comunicazione affettiva non verbale tra madre e figlio.

Riconoscimento olfattivo e risposta neurovegetativa alla nascita

Alla nascita, il neonato è in grado di distinguere l’odore specifico del seno e del colostro della propria madre, mostrando risposte comportamentali e neurovegetative differenziali (orientamento cefalico, riduzione del pianto, attivazione della suzione). Il capezzolo e l’areola mammaria, grazie alla secrezione delle ghiandole di Montgomery, emettono composti volatili altamente riconoscibili che guidano il neonato verso il seno.

L’esposizione ripetuta agli odori materni attiva circuiti sottocorticali (amigdala, ipotalamo, bulbo olfattivo) e stimola la liberazione di ossitocina e dopamina, rafforzando i meccanismi neurobiologici dell’attaccamento e della gratificazione.

L’epitelio olfattivo è innervato dai neuroni sensoriali primari che proiettano direttamente nel bulbo olfattivo, l’unico sistema sensoriale a bypassare il talamo nella sua proiezione corticale. Le informazioni olfattive raggiungono direttamente le strutture limbiche, in particolare:

  • Amigdala: modulazione delle risposte emotive;
  • Ippocampo: codifica mnemonica;
  • Ipotalamo: risposta neuroendocrina e regolazione vegetativa.

Questa connessione privilegiata tra odore e sistema limbico spiega la potenza dell’olfatto come stimolo affettivo e regolativo, soprattutto nella prima infanzia.

Il sistema gustativo

Il sistema gustativo, sebbene più semplice dell’olfattivo, si sviluppa già dalla 8ª settimana gestazionale, con la formazione delle papille gustative sulla lingua e sul palato.

A partire dalla 15ª–17ª settimana, il feto deglutisce grandi quantità di liquido amniotico, le cui caratteristiche gustative sono influenzate dalla dieta materna (es. carota, aglio, anice). Questa esposizione precoce genera tracce mnestiche gustative che influenzano il comportamento alimentare postnatale.

Il latte umano è un fluido sensorialmente ricco, che riflette la variabilità della dieta materna e presenta un profilo gustativo non costante, favorendo l’adattamento sensoriale precoce. Il neonato allattato al seno è quindi esposto a una diversità gustativa che:

  • migliora la plasticità gustativa;
  • riduce la neofobia alimentare nell’alimentazione complementare;
  • promuove una maggiore accettazione di cibi solidi variati.

A differenza delle formule artificiali, che offrono un sapore costante, il latte materno favorisce l’apprendimento gustativo attraverso l’esperienza variabile, in una logica di educazione sensoriale implicita. Il gusto è codificato da cellule recettoriali poste nelle papille gustative, che inviano segnali attraverso i nervi:

  • Faciale (VII): per i 2/3 anteriori della lingua;
  • Glossofaringeo (IX): per il terzo posteriore;
  • Vago (X): per la faringe e l’epiglottide.

Questi segnali convergono nel nucleo del tratto solitario (NTS) nel bulbo, da cui partono connessioni verso il talamo ventroposteromediale, e infine la corteccia insulare, sede della percezione gustativa cosciente. Il gusto, come l’olfatto, ha una forte componente affettiva implicita, grazie alla sua connessione con i circuiti limbici e dopaminergici della gratificazione alimentare.

Modulazione sensoriale precoce attraverso l’allattamento

Nel neonato, il trattamento sensoriale ricevuto durante l’allattamento contribuisce alla maturazione di sistemi regolativi centrali, in particolare quelli che presiedono all’equilibrio tra arousal, stress e autoregolazione.

Odori e sapori noti favoriscono:

  • la stabilità cardio-respiratoria;
  • il tono muscolare fisiologico;
  • la veglia quieta e la vigilanza attenta;
  • l’adattamento comportamentale agli stimoli ambientali.

In questo senso, l’allattamento agisce come un regolatore multisensoriale precoce, in grado di modellare le traiettorie neurocomportamentali del neonato, e di consolidare le basi dell’attaccamento sicuro, già preparate attraverso il bonding sensoriale intrauterino.

L’allattamento si configura come un’esperienza plurisensoriale neuro-affettiva, in cui olfatto e gusto rappresentano i primi alfabeti relazionali del neonato. L’interazione con gli odori e i sapori materni permette la costruzione di tracce mnestiche implicite, che regolano il comportamento alimentare, l’affiliazione e lo sviluppo emotivo. Il significato profondo di queste esperienze risiede nella loro capacità di plasmare i sistemi nervosi in via di maturazione attraverso la modulazione dei circuiti sensoriali, limbici ed endocrini. L’olfatto e il gusto non sono dunque solo strumenti per identificare alimenti, ma sono canali privilegiati per costruire appartenenza, sicurezza e identità.

Un’adeguata valorizzazione del bonding prenatale, attraverso la consapevolezza del ruolo delle esperienze olfattive e gustative intrauterine, può rappresentare una frontiera emergente nella promozione della salute neuroevolutiva. Sostenere l’allattamento significa quindi anche sostenere l’architettura sensoriale dell’attaccamento, con effetti a lungo termine sul benessere psicofisico del bambino.

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