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Approfondimenti scientifici

Alimentazione complementare nel bambino: aspetti nutrizionali, neurobiologici e relazionali

AUTORE: Dott.ssa Elisa Arena & Dott.ssa Alexandra Semjonova
FOCUS: Alimentazione complementare

L’alimentazione complementare rappresenta una fase essenziale dello sviluppo infantile, durante la quale il latte materno o formulato viene affiancato da alimenti solidi e semisolidi per rispondere all’evoluzione dei fabbisogni nutrizionali. Questo passaggio è supportato da una crescente maturazione gastrointestinale, neurologica e comportamentale, e favorisce l’acquisizione di competenze alimentari e relazionali fondamentali per la salute a lungo termine.

In questo articolo vengono esaminate le evidenze più recenti in ambito medico e nutrizionale, con particolare attenzione al timing dell’introduzione, alla composizione degli alimenti e agli effetti sullo sviluppo neuropsicologico e immunitario.

L’alimentazione complementare (AC), è definita come il processo di introduzione di alimenti diversi dal latte materno o formulato, con l’obiettivo di coprire i bisogni energetici e micronutrizionali del lattante a partire dal sesto mese di vita, secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2003) e delle principali società scientifiche (ESPGHAN, 2017; SIP, 2019).

Questa fase riflette un’evoluzione naturale dell’alimentazione infantile, in sinergia con i cambiamenti maturativi del sistema digestivo, neurologico e immunitario. Oltre all’aspetto nutrizionale, l’AC favorisce l’instaurarsi di abitudini alimentari positive e rafforza la relazione tra caregiver e bambino attraverso esperienze condivise legate al cibo.

 

Maturazione gastrointestinale e inizio dell’alimentazione complementare

Intorno ai 5–6 mesi di età, il neonato raggiunge uno stato di maturazione digestiva che consente una gestione ottimale degli alimenti solidi:

  • Aumenta la produzione di enzimi digestivi (amilasi salivare, lipasi, proteasi pancreatiche);
  • Migliora la motilità intestinale e la funzione di assorbimento;
  • Si sviluppa la tolleranza immunologica orale, mediata da cellule T regolatorie del GALT (Gut Associated Lymphoid Tissue).

Il periodo consigliato per iniziare l’AC è compreso tra la 17ª e la 26ª settimana di vita, tenendo conto della prontezza neurocomportamentale del bambino, evidenziata da:

  • Controllo del capo e del tronco in posizione seduta;
  • Scomparsa del riflesso di estrusione linguale;
  • Interesse attivo verso il cibo e apertura orale alla presentazione degli alimenti.
Esigenze nutrizionali del lattante

L’alimentazione complementare ha lo scopo di integrare, e non sostituire, il latte materno, garantendo un apporto adeguato di nutrienti essenziali:

Nutriente Indicazioni
Ferro e Zinco Dopo il sesto mese, le riserve neonatali di ferro e zinco tendono a ridursi. È pertanto consigliata l’introduzione precoce di:

  • Carni rosse, legumi e cereali fortificati come fonti di ferro e zinco;
  • Associazione con fonti di vitamina C per favorire l’assorbimento del ferro non-eme.
Lipidi e DHA I lipidi dovrebbero costituire almeno il 35–40% dell’apporto calorico giornaliero, con particolare attenzione agli acidi grassi essenziali, tra cui il DHA (acido docosaesaenoico), fondamentale per:

  • Lo sviluppo del sistema nervoso centrale e della retina;
  • La maturazione cognitiva e visiva.

Fonti alimentari raccomandate includono pesce azzurro, olio di semi e avocado.

Vitamina D Poiché il latte materno non fornisce quantità sufficienti di vitamina D, si raccomanda la supplementazione profilattica sin dalla nascita (400 UI/die) e la sua prosecuzione durante l’AC, per favorire la mineralizzazione ossea e il corretto funzionamento del sistema immunitario.

 

Modalità di alimentazione complementare
MOTHER-LED WEANING

Lapproccio Mother-Led Weaning (MLW), anche noto come svezzamento guidato dalla mamma o papà, consiste nell’introduzione graduale e strutturata di alimenti frullati, passati o schiacciati, con una progressione programmata verso consistenze più solide, in parallelo alla maturazione neuromotoria e orofaringea del lattante.

È attualmente uno degli approcci più diffusi in ambito pediatrico per la sua gestione flessibile e rassicurante sia per il genitore che per il bambino, in quanto consente di:

  • Introdurre gli alimenti in modo controllato;
  • Monitorare quantità, varietà e frequenza;
  • Adattare la dieta alle necessità nutrizionali e alle eventuali condizioni cliniche (es. reflusso, allergie, patologie metaboliche).

Questo metodo è particolarmente utile per i genitori che desiderano guidare attivamente l’alimentazione del proprio bambino, introducendo gradualmente nuovi sapori e consistenze in un contesto strutturato, nel rispetto dei tempi individuali di crescita. Viene scelto per la sua capacità di garantire un controllo nutrizionale accurato e di facilitare l’adattamento graduale del bambino ai nuovi alimenti.

 Aspetti positivi dell’approccio MLW
  1. Controllo preciso dell’introito nutrizionale
    • L’MLW consente al caregiver di regolare con precisione la composizione e la quantità degli alimenti somministrati, ottimizzando l’apporto di macro- e micronutrienti essenziali (proteine, ferro, vitamine, ecc.).
    • Questo è particolarmente utile in presenza di condizioni cliniche particolari (ad esempio, rischio di anemia, allergie alimentari o patologie metaboliche), dove è necessario monitorare l’introito alimentare con rigore.
    • La somministrazione a cucchiaio facilita anche la progressione graduale delle consistenze, riducendo il rischio di sovraccarico orale e permettendo un adattamento graduale delle strutture orali.
  1. Sviluppo della relazione genitore-bambino durante il pasto
    • Lo svezzamento guidato promuove un momento di interazione reciproca e di sintonizzazione affettiva tra madre (o caregiver) e bambino, che favorisce il consolidamento del legame di attaccamento.
    • Il caregiver osserva i segnali di fame e sazietà, rispondendo in modo adeguato e rispettoso, favorendo così un modello di nutrizione responsiva.
    • Questo contesto di attenzione e cura migliora l’esperienza alimentare, riduce ansie o stress legati al pasto e può prevenire problemi comportamentali alimentari.
  1. Maggiore sicurezza alimentare
    • Il controllo da parte del caregiver permette di evitare il rischio di soffocamento o ingestione di cibi non adatti, soprattutto nelle fasi iniziali, somministrando consistenze adeguate alla maturazione oro-motoria del bambino.
    • La gradualità e la supervisione diretta riducono la possibilità di reazioni avverse e facilitano l’identificazione precoce di eventuali intolleranze o allergie.
  1. Facilità di introduzione di alimenti diversi e monitoraggio di eventuali reazioni
    • Il controllo della composizione delle pappe consente una introduzione sequenziale e mirata di alimenti, facilitando il riconoscimento di eventuali intolleranze o allergie alimentari.
    • Permette inoltre di assicurare la varietà e la qualità nutrizionale, includendo cereali fortificati, proteine, verdure e frutta in modo equilibrato.
  1. Facilitazione dello sviluppo delle competenze orali
    • La somministrazione graduale a cucchiaio sostiene lo sviluppo coordinato delle funzioni orali, favorendo:
      • Il controllo del movimento della lingua e della mandibola;
      • L’adattamento alla nuova consistenza del cibo, dal liquido al semisolido;
      • L’acquisizione di schemi di deglutizione più maturi, essenziali per la futura masticazione.
  1. Supporto all’apprendimento sensoriale e gustativo controllato
    • Attraverso pappe e alimenti frullati, il bambino ha un’esperienza gustativa e tattile graduale e rassicurante, che facilita l’accettazione di nuovi sapori senza eccessive stimolazioni sensoriali che potrebbero generare rifiuto.
    • L’evoluzione progressiva delle consistenze permette una desensibilizzazione graduale, utile anche in bambini con ipersensibilità orale o problematiche sensoriali.
  1. Adattabilità e praticità per il caregiver
    • L’MLW è un metodo facile da implementare per la maggior parte delle famiglie, con tempi e modi strutturati che possono essere inseriti nelle routine quotidiane senza eccessivi disagi.
    • La possibilità di preparare alimenti omogenei, spesso in quantità ridotte, facilita la gestione logistica e riduce lo spreco alimentare.

 

BABY-LED WEANING

Il Baby-Led Weaning (BLW), traducibile come “svezzamento guidato dal bambino“, è un approccio all’alimentazione complementare che si basa sull’autoalimentazione autonoma del lattante, il quale, a partire indicativamente dal sesto mese di vita, partecipa attivamente al pasto familiare. A differenza del modello tradizionale, in cui il cibo viene somministrato a cucchiaio dal caregiver, il BLW consente al bambino di afferrare, esplorare e portare autonomamente alla bocca gli alimenti, purché questi siano sicuri per dimensioni, forma e consistenza.

Questa modalità si fonda sul rispetto della maturazione neuromotoria e sensoriale del bambino, il quale, attraverso la propria iniziativa, costruisce una relazione attiva e autonoma con il cibo, guidato dai segnali fisiologici di fame e sazietà e supportato da un ambiente familiare accogliente e non coercitivo. Numerosi studi hanno evidenziato una serie di vantaggi multidimensionali associati a questo approccio, che coinvolgono lo sviluppo neuropsicomotorio, la relazione col cibo e la regolazione del comportamento alimentare.

 

Aspetti positivi dell’approccio BLW
  1. Autoregolazione della fame e della sazietà

Il BLW promuove precocemente la capacità del bambino di autoregolare l’introito calorico, in risposta ai segnali interni di fame e sazietà. Questo meccanismo di autoregolazione, supportato da pratiche di nutrizione responsiva, è associato a:

    • Ridotto rischio di sovralimentazione;
    • Minore incidenza di obesità infantile;
    • Consolidamento di abitudini alimentari equilibrate nel lungo termine.
  1. Sviluppo della motricità fine e della coordinazione mano-bocca

Attraverso la manipolazione autonoma degli alimenti, il bambino esercita competenze motorie fondamentali per lo sviluppo:

    • Motricità fine (presa palmare, pinza digitale);
    • Coordinazione occhio-mano;
    • Controllo oromotorio (gestione del bolo, masticazione, deglutizione).

Tali abilità sono collegate a un miglioramento delle funzioni esecutive e dell’autonomia funzionale, con effetti positivi anche in ambito scolastico e sociale.

  1. Esperienza multisensoriale positiva con il cibo

L’autosvezzamento è un’esperienza ricca di stimoli sensoriali, poiché il bambino viene esposto a:

    • Diversi colori, odori, consistenze e sapori;
    • Rumori associati alla masticazione e alla manipolazione del cibo;
    • Temperature e forme differenti degli alimenti.

Questa esposizione precoce aiuta a sviluppare la tolleranza sensoriale e a ridurre il rischio di selettività alimentare nei mesi successivi.

Il BLW enfatizza la condivisione del pasto familiare, durante il quale il bambino non viene isolato, ma siede al tavolo insieme agli altri membri della famiglia, osservando, imitando e partecipando in modo attivo.

Questa modalità:

  • Favorisce l’acquisizione di modelli alimentari sani attraverso l’apprendimento per osservazione (modellamento sociale);
  • Consolida le routine familiari, rafforzando il senso di appartenenza e co-regolazione emotiva durante i pasti;
  • Promuove un ambiente relazionale positivo, con minori episodi di conflitto legati all’alimentazione.Fine modulo

 

APPROCCIO INTEGRATO

Unisce elementi dei due modelli precedenti, offrendo al bambino sia cibi frullati che alimenti da manipolare. È spesso utilizzato in ambito clinico per la sua flessibilità e adattabilità ai bisogni individuali.

 

Alimentazione e sviluppo neurocomportamentale

Durante l’AC, il bambino sviluppa le prime competenze di autonomia alimentare, sperimenta consistenze e sapori, e consolida abitudini legate al contesto familiare. Questa fase contribuisce allo sviluppo:

  • Delle preferenze gustative, influenzate dall’esposizione precoce a diversi alimenti;
  • Della regolazione emotiva, favorita da un ambiente alimentare sereno e responsivo;
  • Delle funzioni esecutive, attraverso la ritualità dei pasti e l’interazione sociale.

Un’alimentazione condotta in un clima affettivo positivo, rispettoso dei segnali del bambino (approccio di responsive feeding), è associata a un minor rischio di sovrappeso e disturbi alimentari in età scolare.

 

Segnali di maturazione posturale, oro-motoria e comportamentale

L’introduzione dell’alimentazione complementare (AC) dovrebbe avvenire in modo personalizzato, valutando non solo l’età cronologica (solitamente tra i 5 e i 6 mesi), ma anche il raggiungimento di specifiche competenze neuromotorie, posturali, orali e comportamentali, che costituiscono la cosiddetta “readiness alimentare“.

Secondo l’ESPGHAN e la Società Italiana di Pediatria un bambino può essere considerato pronto per iniziare il divezzamento quando presenta almeno la maggior parte dei seguenti indicatori:

  1. Controllo posturale e capacità di stare seduto

Il bambino mantiene la posizione seduta con minimo supporto (es. nel seggiolone), con controllo del capo stabile e allineamento del tronco. Questo è essenziale per:

    • La sicurezza della deglutizione;
    • Il corretto posizionamento del cibo nella bocca;
    • La prevenzione di episodi di aspirazione.

L’assenza di un buon controllo posturale è un criterio di esclusione temporanea all’inizio dell’AC.

  1. Scomparsa del riflesso di estrusione

Intorno ai 4–6 mesi, il riflesso di estrusione linguale (che porta il bambino a spingere fuori con la lingua qualsiasi corpo estraneo introdotto in bocca) tende a scomparire. Questa maturazione riflessa è fondamentale per permettere:

    • L’accettazione di cibi densi e solidi;
    • Il corretto posizionamento del cibo sulla lingua per la deglutizione volontaria.
  1. Interesse attivo per il cibo e imitazione del pasto

Il bambino osserva con attenzione gli adulti che mangiano, mostra curiosità verso i cibi presenti a tavola e tende a portare alla bocca oggetti e alimenti. Questo è un segnale precoce di motivazione all’alimentazione e rappresenta una fase fondamentale per:

    • Lo sviluppo del comportamento alimentare;
    • L’apprendimento per imitazione (modellamento);
    • L’inizio della socializzazione durante il pasto.
  1. Capacità di afferrare e portare alla bocca gli oggetti

Il bambino ha acquisito una prensione palmare o radiale, afferra spontaneamente oggetti e li porta alla bocca in modo coordinato. Questa competenza è necessaria soprattutto nei casi di autosvezzamento (Baby-Led Weaning).

  1. Coordinazione oro-motoria e inizio della masticazione gengivale

Anche in assenza di denti (eruzione dentaria non è un prerequisito), il bambino può “masticare” con le gengive, gestendo consistenze morbide tramite movimenti della mandibola e della lingua. La coordinazione tra masticazione, salivazione e deglutizione è in via di sviluppo, e l’introduzione precoce di consistenze variabili favorisce l’adattamento neuromuscolare.

  1. Inizio dell’eruzione dentaria (non obbligatoria)

Sebbene la presenza di denti non sia necessaria per iniziare lo svezzamento, l’eruzione dei primi incisivi può facilitare la sperimentazione di alcune consistenze (es. mordere, grattare, schiacciare).

Generalmente, i primi denti compaiono tra i 6 e i 10 mesi, ma possono variare ampiamente senza indicare ritardi patologici.

  1. Capacità di comunicare fame e sazietà

Il bambino inizia a manifestare segnali chiari di interesse (apertura della bocca, protendersi in avanti) e di sazietà (distogliere lo sguardo, chiudere la bocca, girare la testa). Rispettare questi segnali è alla base della nutrizione responsiva, che favorisce una relazione sana col cibo e l’autoregolazione.

 

Sicurezza alimentare durante l’alimentazione complementare: importanza della postura e uso del seggiolino da tavola

L’introduzione dell’alimentazione complementare (AC) rappresenta una fase cruciale nello sviluppo nutrizionale e neuromotorio del bambino, ma espone anche a potenziali rischi di soffocamento e aspirazione. Per questo motivo, garantire una postura corretta e un ambiente sicuro durante il pasto è fondamentale per prevenire incidenti e favorire un’esperienza alimentare positiva e protetta.

Postura seduta a 90 gradi: un requisito essenziale

Durante l’alimentazione complementare, il bambino deve essere posizionato in modo da mantenere una postura eretta stabile, idealmente con un angolo di circa 90° tra tronco e cosce.

Perché questa postura è importante?

  • Facilita la deglutizione efficace: la posizione eretta permette un migliore controllo del bolo alimentare, riducendo il rischio di ristagno nelle vie aeree superiori.
  • Previene il rischio di soffocamento: in posizione supina o reclinata, il rischio di aspirazione di cibo e liquidi aumenta notevolmente, poiché la coordinazione tra masticazione e deglutizione risulta compromessa.
  • Favorisce il controllo cefalico: una testa ben sostenuta e allineata al corpo consente movimenti orali più coordinati e sicuri.
  • Supporta il corretto funzionamento dei muscoli oro-facciali coinvolti nella masticazione e deglutizione.

 

Uso del seggiolino da tavola

Il seggiolino da tavola rappresenta un dispositivo essenziale per garantire una postura ottimale e la sicurezza durante l’alimentazione nei primi anni di vita.
Dal punto di vista biomeccanico, il seggiolino deve fornire un supporto stabile e confortevole, con uno schienale e una seduta ergonomicamente progettati per consentire al bambino di mantenere una posizione eretta, prevenendo movimenti di scivolamento o flessioni posturali che potrebbero compromettere la deglutizione e la sicurezza alimentare.

È fondamentale la presenza di sistemi di contenimento, quali cinture di sicurezza a più punti di ancoraggio, che minimizzino il rischio di cadute accidentali o movimenti bruschi durante il pasto, garantendo al contempo la libertà di movimento necessaria per lo sviluppo delle abilità motorie fini. Inoltre, l’altezza del seggiolino deve essere adeguatamente regolata per consentire al bambino di sedere alla stessa altezza della tavola familiare. Questo aspetto riveste un ruolo significativo nel promuovere l’interazione sociale, favorendo l’apprendimento imitativo e la condivisione delle esperienze alimentari, elementi fondamentali per lo sviluppo socio-emotivo e cognitivo. Pertanto, la scelta e l’utilizzo di un seggiolino da tavola conforme a questi requisiti contribuiscono in maniera determinante a migliorare non solo la sicurezza fisica, ma anche l’efficacia del processo dell’AC e l’instaurarsi di comportamenti alimentari sani e corretti.

 

Le pratiche corrette per garantire la sicurezza alimentare durante lo svezzamento rappresentano un elemento cruciale per prevenire rischi di soffocamento e favorire uno sviluppo alimentare sano e sicuro. La supervisione costante da parte del caregiver è imprescindibile: è necessario che un adulto rimanga sempre vicino al bambino durante il pasto, monitorando attivamente ogni sua azione e pronto a intervenire tempestivamente in caso di difficoltà respiratorie o di deglutizione. È fondamentale offrire alimenti sicuri e adeguati allo sviluppo oro-motorio del bambino, privilegiando consistenze morbide e facilmente masticabili, tagliate in pezzi di dimensioni idonee per prevenire il rischio di ostruzione delle vie aeree. Questa scelta deve essere calibrata in base all’età e alle capacità di masticazione e deglutizione del piccolo, in conformità con le linee guida pediatriche.
Durante il pasto, è altresì importante ridurre al minimo le distrazioni ambientali, come rumori e stimoli visivi eccessivi, per mantenere elevata l’attenzione del bambino sull’atto alimentare, facilitando così un approccio consapevole e sicuro al cibo. Infine, la formazione specifica dei caregiver sulle manovre di disostruzione delle vie aeree rappresenta una misura preventiva indispensabile, poiché consente di affrontare tempestivamente eventuali episodi di soffocamento, riducendo significativamente il rischio di esiti gravi. L’integrazione di queste pratiche contribuisce a creare un ambiente alimentare protetto e supportivo, fondamentale per lo sviluppo psicofisico e la sicurezza del bambino durante il delicato periodo dell’AC.

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