Cosa fare se il nasino cola

La salute del nasino è molto importante per i neonati e bambini perché respirare bene è la prima difesa del bambino contro malesseri e infezioni, il naso non è solo un organo per il passaggio dell’aria ma anche un collegamento importante per tutte le vie respiratorie, quali orecchie, gola e seni paranasali. È evidente, quindi, che se il nasino è disturbato dalla presenza di secrezioni ed infezioni non può funzionare bene, soprattutto nei neonati nei quali i collegamenti tra naso ed altre parti sono ancora più diretti.

Il nasino libero è un’ottima garanzia contro raffreddori e malattie delle vie respiratorie e aiuta ad un sonno tranquillo e costante. Inoltre permette il passaggio, il riscaldamento ed il filtraggio dell’aria. Le infezioni delle vie respiratorie colpiscono i bambini più piccoli e, ogni volta, ci sono nasini che colano, irritazioni della gola, tosse, irritabilità e di conseguenza malessere. Quando il bambino non sta bene, anche le più semplici attività diventano difficoltose.

Cos’è il raffreddore:

Il raffreddore nei bambini è un’infiammazione causata da un’infezione virale. Il tessuto che riveste l’interno del nasino si infiamma, tende a gonfiarsi, il muco si accumula ed il naso è tappato e cola. Si tratta di sinusite.

Non è il freddo a fare ammalare i neonati di raffreddore, ma i virus noti per essere i responsabili del raffreddore (per esempio rhinovirus). Le temperature basse di questa stagione possono diminuire l’efficacia delle difese naturali delle vie aeree e rallentare poi la capacità del nasino di filtrare l’aria, in quanto le ciglia che rivestono l’interno del nasino si muovono e spingono verso l’esterno le impurità, ma in questo caso il movimento diventa più lento e, di conseguenza, meno efficace.

Lo spieghiamo meglio:

l naso e i seni paranasali sono rivestiti da una mucosa dotata di ciglia il cui movimento, simile a quello di un campo di spighe mosse dal vento, fa scorrere il muco prodotto da apposite ghiandole sieromucose verso la gola e le vie digestive per essere eliminato. Nel muco, che è leggermente vischioso, rimangono intrappolate tutte le sostanze corpuscolate che sono nell’aria e che possono essere dannose fra queste i batteri, gli allergeni, le polveri.

In corso di infiammazione/raffreddore/sinusite il muco diventa più denso e le ciglia riducono la loro capacità di muoversi: questo accade per esempio per un’infezione virale come il raffreddore. Allora il trasporto mucociliare viene meno e le secrezioni nasali ristagnano nel naso e nelle vie respiratorie favorendo la crescita di batteri patogeni.

L’anatomia dei nasini dei bambini è diversa da quella degli adulti, perché alcuni elementi del loro corpo non sono ancora formati o non sono sviluppati completamente e di conseguenza, sintomi e rimedi per una stessa patologia possono essere diversi.

La sinusite è definita come un’infiammazione che colpisce i seni paranasali, cavità delle ossa che si trovano nella zona del naso. Ne distinguiamo 4 tipi, in base alle ossa a cui fanno riferimento:

  • seni frontali
  • seni sfenoidali
  • seni mascellari
  • seni etmoidali

Indicativamente, i seni frontali sono localizzati sopra gli occhi, i seni mascellari sotto, sugli zigomi. I seni etmoidali e sfenoidali, invece, sono più in profondità, a livello del naso.

La particolarità della sinusite nei bambini è che questa colpisce i seni mascellari e i seni etmoidali, perché sono gli unici formati e completi fin dalla nascita. I seni frontali, infatti, sono presenti già a due anni, ma si completano intorno ai cinque, mentre i seni sfenoidali non sono formati del tutto fino al compimento del ventesimo anno di età. Questo spiega anche perché alcuni sintomi sono diversi da quelli dell’adulto.

Nei bambini, come accade anche nelle fragili, un’infezione alle prime vie aeree (come il raffreddore e la sinusite) può migrare più in profondità e generare altre patologie, come le otiti, se raggiunge l’orecchio, o le bronchiti, se raggiunge i bronchi. Tale fenomeno è favorito anche dal fatto che il nasino chiuso, tipico della sinusite, porta a respirare con la bocca, dove non esistono gli stessi filtri per impedire alle particelle nocive di entrare insieme all’aria che inspiriamo.

I bambini allattati al seno sono più forti per affrontare il problema del raffreddore/sinusiti, in quanto il loro microbiota è ricco di bifidi e lattobacilli.

Il raffreddore nei neonati e bambini  è frequente, perché il loro sistema immunitario è ancora immaturo. I microbi dei virus entrano in contatto con l’organismo del bambino, che cerca di combatterli mettendo in atto le difese per allontanarli.
I sintomi sono:

  • naso chiuso (congestione nasale)
  • naso che cola (rinorrea)
  • starnuti
  • tosse
  • occhi arrossati
  • febbre

Il neonato e il bambino con questi sintomi può essere irritato, infastidito, piange, può avere difficoltà a riposarsi sia la notte sia durante il giorno e soprattutto potrebbe presentare difficoltà nell’attaccarsi al seno.

Bisogna ricordarsi che il bambino fino all’anno d’età ha un modo di respirare che è chiamato “respirazione nasale obbligata”, cioè sa respirare esclusivamente con il nasino e non con la bocca, cosa che si complica notevolmente se le narici sono ostruite dal muco.

I lavaggi nasali nel neonato

I lavaggi nasale nel neonato spesso spaventano i genitori, ma sono innocui e raccomandati anche in tenera età. Inoltre, i bambini fino ai 3 anni di età il bambino non sono in grado di soffiarsi il naso da soli, e quindi è più facile che il muco rimanga all’interno.
Per tenere sempre pulito il nasino del bambino bisogna rimuovere il muco che si è formato utilizzando lavaggi nasali appositamente studiati per età neonatale ed infantile che sono inoltre anche dispositivi medici, sterili ed apirogeni. Un lavaggio nasale corretto consiste nell’immissione nel naso di una sostanza liquida, generalmente soluzione fisiologica riscaldata ad una temperatura corporea, per pulire le fosse nasali ed eliminare il catarro stagnante. L’importanza del naso pulito per i lattanti emerge soprattutto prima della nanna e durante la poppata: il bambino ha la bocca occupata e la respirazione con il nasino è l’unica possibile. Il lavaggio nasale libera il naso, elimina gli agenti infettivi e gli allergeni, combatte la secchezza delle mucose e impedisce al muco di raggiungere orecchie, tonsille, gola, faringe e bronchi.

Come effettuare il lavaggio nasale?

Prima di eseguire lavaggio nasale, è indispensabile riscaldare la soluzione in microonde. Dopodiché aspirare la soluzione fisiologica con l’apposita siringa. Distendere il bambino sul fasciatoio, sul lettino o su una qualsiasi superficie (è possibile avvolgere il bambino in un lenzuolino per controllare meglio i suoi movimenti). Piegare la testa del bambino da un lato, introducendo l’erogatore (siringa con beccuccio anatomico) nella narice superiore e con una leggera pressione introdurre il liquido nel nasino. La soluzione passa, così, da una narice all’altra favorendo l’eliminazione del muco in eccesso. Ripetete l’operazione dall’altro lato, piegando la testa del bambino dall’altro lato. Dopo aver effettuato il lavaggio, alzate il bambino per favorire la fuoriuscita del muco e pulite il nasino con un fazzolettino.
È indispensabile che il bambino abbia la bocca aperta durante il lavaggio nasale.

Quali soluzioni utilizzare?

Le soluzioni saline utilizzate per i lavaggi nasali possono essere:

– isotoniche, come la soluzione fisiologica, che ha un contenuto di sale di circa 9 grammi/litro ed ha la stessa salinità dei liquidi dell’organismo

ipertoniche, a contenuto di sale superiore a 9 grammi per litro. L’acqua di mare ha una salinità media di 35-36 grammi per litro con variazioni, a seconda dei mari, da 30 a 38 grammi per litro.

Il virus del raffreddore si trasmette per mezzo di goccioline emesse da un soggetto ammalato e può sopravvivere per del tempo sulle superfici, come i giocattoli. È bene quindi evitare che una persona con il raffreddore venga in visita a casa per qualche giorno e che abbia contatti con il bambino. Con i bambini molto piccoli è anche consigliabile di non visitare i luoghi chiusi e affollati, come centri commerciali o mezzi di trasporto.

Piccoli grandi consigli per le gestanti e famiglie con i neonati…per un sereno e magico Natale 2021!

Natale in famiglia con un neonato

Natale in famiglia con un neonato

La gravidanza è confermata e anche i primi tre mesi, fatti di incredulità e incertezza, sono ormai alle spalle: è arrivato il momento di annunciare a tutti la bella notizia! Perché non approfittare di questo periodo magico per condividere la tua gioia con parenti e amici durante una call per gli Auguri di Natale…

Attenzione a tavola!

  • Giornate passate a tavola, tra portate di gustose pietanze, dolci golosi e spumanti: a Natale le tentazioni di gola sono all’ordine del giorno ed è davvero difficile riuscire a non esagerare! La gravidanza impone un certo controllo, ma senza rinunciare al buon cibo. Si consiglia di ridurre gli affettati, carni crude o poco cotte e lavare bene verdure e frutta. Da evitare anche le uova crude (spesso presenti nelle maionesi …) il pesce crudo e i dolci ricchi di zuccheri raffinati.
  • Non esagerare nelle porzioni per evitare di appesantirsi.

Il neonato e le sue esigenze

  • Un neonato ha esigenze precise, è molto delicato, come delicati sono gli equilibri che si stanno formando in famiglia;
  • Avere un bambino è già un cambiamento enorme nella vita di una persona e di una coppia, e affrontare così presto le feste natalizie può scombussolare. È normale avere voglia di ritirarsi per un attimo con il bambino per una coccola, per allattarlo o semplicemente per stare un attimo soli.
  • I bambini molto piccoli hanno i loro ritmi di sonno-veglia, che bisogna rispettare anche durante periodo Natalizio.
  • Non importa se siamo la nonna, la zia, il cugino, la sorella… Lasciamo spazio anche agli altri per le coccole del nuovo arrivato!
  • Spesso i neogenitori si sentono invisibili. Gli occhi sono rubati dal nuovo bambino, ma non dobbiamo dimenticarci della mamma e del papà! I regali, quindi, apriamoli quando ci sono anche loro, giochiamo alla tombola senza dimenticarceli e facciamo attenzione a non darli per scontati!
  • Un abbigliamento ricercato per festeggiare la felicità. Come da tradizione, Natale e Capodanno sono perfetti per sfoggiare un look più formale impreziosito da dettagli speciali, che valorizzino le nuove forme della futura mamma e immortalarle con scatti fotografici che rimarranno per sempre nel cuore di una famiglia.

I bambini adorano le decorazioni natalizie! C’entra anche il colore rosso!

  • Se avete un bambino piccolo in casa, probabilmente l’emozione grande per il primo Natale del vostro bambino sarà più quella di genitori e nonni. I bambini piccoli adorano il colore rosso che dovrebbe far parte di vostri addobbi. Il rosso è il colore più vibrante e stimolante dello spettro luminoso, eccitando maggiormente il nervo ottico rispetto ad altri colori. È il primo colore che notiamo, che ci attira e che suscita sensazioni vitali, affettive ed emotive. Ai bambini piace.
  • Decorate Albero di Natale e il presepe rendendo il Vostro bambino partecipe, tenendolo in braccio mentre papà appende le palline oppure mostrategli le decorazioni.
  • I neonati e bambini amano la musica e la musica fa bene ai bambini (e anche a noi): perché allora non diffondete nella vostra casa le note dei brani più famosi ed allegre di Natale?

Vi auguro con tutto il cuore di stringervi in un abbraccio a tre e di vivere il primo Natale del Vostro bambino in gioia e serenità.

Con amore, Alexandra!

Temperature rigide

Uscire con il grande freddo neonati

Uscire con il grande freddo neonati

Se esplorare fa bene ai bambini, esplorare l’ambiente all’aria aperta è doppiamente benefico per loro, perché l’esposizione alla luce del sole favorisce la sintesi della vitamina D, importantissima per la crescita e la calcificazione delle ossa, e sincronizza i loro orari interni con il ciclo del giorno e della notte, giova all’umore, invita al gioco e al movimento. Non solo, quanto più tempo si trascorre all’aperto, tanto più basso è il rischio di contrarre infezioni respiratorie, che tendono a circolare nei luoghi chiusi e affollati.

Dopo quanti giorni può uscire di casa un neonato? 

Se sta bene non c’è alcuna controindicazione a uscire all’aria aperta, fin dai primi giorni di vita. Anzi, potrebbe piuttosto essere più rischioso restare sempre chiuso in casa, magari con una temperatura ambientale troppo alta o un’aria troppo secca. Se circa trent’anni fa gli esperti consigliavano di aspettare circa 20 giorni prima di uscire con il neonato, iniziando con una passeggiata di 30 minuti e aumentando poi di 15 minuti ogni giorno, oggi non esistono prescrizioni particolari, se non qualche utile regola di buon senso.

A patto di evitare uscite in condizioni estreme, è bene abituare il bambino fin da subito ad uscire di casa e a stare quotidianamente a contatto con l’aria aperta e la luce, così da garantirgli una crescita sana e numerosi vantaggi sia in termini di rilassamento che di stimoli.

Con l’abbigliamento adeguato si può uscire anche a temperature rigide. Il freddo di per sé non fa ammalare. Stesso discorso per la pioggia che, oltretutto, abbatte la presenza di inquinanti nell’atmosfera.

Come vestire il neonato in questa stagione?

Il modo migliore è “a cipolla” che consente di aggiungere o togliere un indumento a seconda delle necessità. È importante privilegiare le fibre naturali come il cotone che fa respirare la pelle e trattiene il calore.

Possiamo pensare a 4 strati:

  • un primo strato l’intimo o body per riparare dal freddo pancia e schiena;
  • un secondo strato una tutina o una maglia con pantaloncini;
  • un terzo strato un golfino o felpa. I piedini vanno sempre tenuti al caldo, con calzini e babbucce!
  • Infine è il momento della giacca imbottita e un sacco termico. Da non dimenticare, sciarpa e cappello per evitare colpi d’aria a collo, fronte e orecchie, eguanti per tenere al caldo le mani.

Un altro prezioso consiglio, utile prima di portare fuori un neonato in inverno, è di non vestirlo troppo tempo prima di uscire: si rischia infatti che l’organismo del bimbo si surriscaldi, e quindi si raffreddi troppo nel momento in cui si è all’aperto…e si rischia malessere e febbre.

È consigliabile uscire con il neonato la tarda mattinata o il primo pomeriggio, quando generalmente l’aria è più calda. Il paravento e il parapioggia da applicare al passeggino o alla carrozzina è l’ideale per proteggerli e contemporaneamente permettere di uscire in piena sicurezza.

Quando fa troppo freddo per i neonati e lattanti?

Quando le temperature raggiungono lo 0, o addirittura scendono al di sotto dello 0. Quando nevica, quando c’è ghiaccio, quando anche noi adulti facciamo fatica a sopportare le temperature così basse.

È importante ricordarsi che i bambini hanno una capacità di auto-regolazione della temperatura corporea ridotta, rispetto a noi adulti. I neonati, soprattutto, hanno meno grasso sottocutaneo, e non hanno ancora sviluppato la capacità di “tremare dal freddo”, un’azione involontaria del loro corpo che permette di produrre un po’ di calore. Di conseguenza, i bambini, specialmente quelli più piccoli, soffrono le temperature basse più degli adulti. E il rischio, a livelli estremi, è l’ipotermia.

I neonati non tremano dal freddo!

I segnali di ipotermia nei bambini sono:

  • un respiro lento;
  • i suoni o pianto strascicante;
  • le azioni goffe;
  • energia azzerata (non reagiscono sui stimoli…sorriso, carezza);
  • sonno eccessivo;
  • pelle molto arrossata e fredda (poi se la pelle diventa bluastra o giallastra, la situazione è ancora più grave, e parliamo di congelamento)

TAKE HOME MESSAGE:

  • Va ricordato che in condizioni normali la temperatura corporea del neonato è leggermente superiore a quella di un adulto. Disturbi come le colichette o la dentizione poi, potrebbero comportare un innalzamento della temperatura.
  • Nella scelta degli ausili per la prima infanzia è raccomandato optare per modelli che permettano una buona circolazione dell’aria al loro interno e che i materiali a contatto con il bambino siano in fibra naturale, come ad esempio il bambù, che ha proprietà che favoriscono la traspirazione. I tessuti delle cappottine e dei rivestimenti esterni dovrebbero essere imbottiti sia per garantire una maggiore protezione.
  • Per capire se il bambino è surriscaldato (da un abbigliamento eccessivo) e monitorare la sua temperatura corporea basta toccare la nuca o la parte posteriore del collo. La temperatura delle mani e dei piedi infatti non è indicativa.
  • L’assenza di sudore non è un segnale indicativo. Poiché le riserve idriche dei bambini piccoli sono molto limitate, potrebbero smettere di sudare non perché non hanno caldo, ma perché semplicemente l’organismo non riesce più a produrre il sudore.
  • l’aumento dei casi di influenza in inverno non è legato alle basse temperature, ma a germi, virus o batteri, che circolano più favorevolmente negli ambienti chiusi.
  • La vita all’aria aperta, apporta innumerevoli benefici alla salute del bambino, sia fisica che mentale migliorando l’umore del bambino
  • Il neonato ( 0-2 mesi), essendo immobile non produce calore dato dall’attività muscolare, per questo andrebbe protetto e vestito con un abbigliamento più caldo.
  • Bambini della prima infanzia (da 3 mesi a 3 anni) possono essere più attivi, più vivaci amare muoversi nella carrozzina o passeggino perciò è consigliato  un abbigliamento più leggero o “a cipolla”.