Approfondimenti scientifici
I primi minuti di vita del neonato: ecco come li vive
Il bambino che nasce passa vive l’adattamento cardio-respiratorio postnatale, in pratica il primo respiro. Nel 90-95% dei nati a termine ciò avviene automaticamente e spontaneamente, senza bisogno di alcun intervento esterno.
Il primo respiro
I principali fattori che attivano il respiro del neonato sono la compressione del torace nel canale del parto e lo stimolo cerebrale provocato dallo stravolgimento ambientale percepito dai sensi (luce, freddo, spazio, estensione, prensione). Il primo vagito, più che un respiro, è un ‘urlo’ provocato dall’espirazione che segue la prima inspirazione forzata.
Cosa succede ai polmoni del neonato nei primi secondi di vita
Per capire che cosa succede ai polmoni del neonato nei primi secondi si possono paragonare questi organi a due piccoli palloncini di gomma che devono essere riempiti d’aria: la tensione superficiale richiederà molta pressione per produrre la prima fase di gonfiaggio, proseguire l’introduzione di altra aria richiederà invece minor sforzo. Lo stesso accade nei polmoni del neonato: i primi 2-3 atti respiratori avranno bisogno di alte pressioni, mentre successivamente sarà possibile utilizzare pressioni nettamente inferiori. I primi potenti respiri consentiranno la spremitura del liquido contenuto negli alveoli fetali, che sarà riassorbito dal sistema venoso e linfatico polmonare; contemporaneamente sarà possibile vincere la tensione superficiale (quella che ‘rompe’ la resistenza iniziale del palloncino), che giungerà a stabilizzarsi definitivamente per mezzo del surfactante (una sostanza tensioattiva che mantiene aperto l’alveolo). I primi atti respiratori permettono il formarsi dello ‘spazio morto’ respiratorio, cioè di quella parte di aria che non partecipa alla vera e propria ventilazione (il volume corrente rappresenta invece l’aria che entra ed esce durante l’inspirazione e l’espirazione). In pratica, una volta avviata la respirazione, nell’arco di alcuni secondi gli alveoli risulteranno ventilati e occupati da aria: si realizza così la funzione respiratoria che sarà mantenuta per il resto della vita.
L’ossigenazione e il circolo polmonare
Come si è visto, il feto vive per nove mesi a bassissime concentrazioni di ossigeno; con i primi respiri però molto rapidamente si viene a trovare in una situazione di iperossia (un po’ come passare dall’Everest al livello del mare in pochi istanti); anche senza utilizzare una supplementazione di ossigeno, l’aria ambiente è quindi già di per sé enormemente ossigenata rispetto alla situazione prenatale. Questo veloce cambiamento dell’ossigenazione provoca una dilatazione improvvisa dei vasi polmonari, che, aprendosi, richiamano dal cuore destro grandi quantità di sangue. Si crea così il circolo polmonare, che permette al sangue venoso di ossigenarsi e di essere inviato a tutto l’organismo dalle cavità sinistre. Contemporaneamente, per semplice meccanismo emodinamico, si chiudono il Forame Ovale e il Dotto di Botallo, e per il resto della vita il sangue delle camere cardiache destre non potrà più mescolarsi con quello della parte sinistra del cuore.