Skip to content

Approfondimenti scientifici

Cosa prova il neonato nel grembo materno?

FOCUS: Il bonding
QUESTO ARTICOLO APPARTIENE AL PRINCIPIO DEL BABY WELLNESS: Cura e attenzioni amorevoli

Che cosa accade al neonato nel passaggio dalla vita intrauterina alla vita extrauterina? Come si può pensare che lui viva questa esperienza? Come avviene l’adattamento del neonato nel periodo immediatamente successivo alla nascita? Per comprenderlo è necessario partire dalla situazione prenatale.

Il tuo futuro bambino è sempre coccolato

Fino a pochi minuti prima di nascere il neonato si trova completamente avvolto dal liquido, in totale assenza di gravità, massaggiato continuamente dalle pareti morbide, lisce e pulsanti dell’utero, accompagnato da suoni continui (interni ed esterni al corpo materno), in perenne ritmico dondolio.
Per nove lunghi mesi è stato un bambino “coccolato”; nell’utero infatti ogni bisogno viene soddisfatto prima ancora di essere percepito: è del tutto assente la percezione di mancanza. In condizioni di fisiologia, la fame e la sete vengono annullate da una placenta prodiga di nutrimento, simile alla manna del racconto biblico, in una posologia definibile “quanto basta”.

Madre e figlio: una simbiosi totale

Approfondendo il nostro sforzo di immaginare la vita in utero, si può intuire che per il feto il mondo interno e quello esterno coincidono; lui è anche la sua placenta e il suo utero, e la mamma stessa viene percepita come parte di sé. La dimensione simbiotica è totale, e di ciò il bambino non sarà consapevole per parecchi mesi dopo la nascita. Nell’utero si vive buona parte del tempo in una sorta di dormiveglia, senza riuscire a distinguere tra la veglia e il sonno, tra la realtà e il sogno. Vita fisica e vita mentale coincidono, e dunque il feto-neonato è per definizione un’entità completamente psicosomatica.

Come osservava il pediatra polacco Korzack, egli pensa per “emozioni e sentimento”. Per tutta la gravidanza il feto ha vissuto immerso nel tempo uterino, che è un non-tempo, con caratteristiche di costanza e prevedibilità, dove il ritmo è dato dalla periodicità biologica del corpo materno. È proprio questa coerenza dell’esistenza a caratterizzare il mondo uterino, dove la coscienza emozionale è rappresentata da una percezione sensoriale globale, nella quale dimensione cognitiva e la dimensione affettiva coincidono.
Ciò che il feto-neonato ha sperimentato nella vita intrauterina e nella nascita determina il suo essere un soggetto sinestesico, incapace di separare e catalogare con un pensiero razionale e simbolico la natura delle proprie percezioni ed emozioni. Lui è il suo corpo ma questo corpo comprende anche l’ambiente nel quale è inserito e con il quale è a contatto, e il suo ambiente giunge fin dove la sua capacità percettiva riesce ad arrivare.
Quindi “perdere” la mamma significa perdere se stesso, e separarsi da lei comporta il venir meno del senso di sé. Winnicott osservava che nessun neonato è pronto per nascere e Selma Fraiberg aggiungeva: “gli avvenimenti della sua vita sono senza connessione”.

Nutrimento e protezione

Dal punto di vista biologico, nell’utero, le sostanze necessarie per vivere giungono costantemente e direttamente dalla placenta attraverso la vena ombelicale. Al feto arriva sangue a bassa concentrazione di ossigeno. Nel periodo prenatale esiste un doppio sistema di protezione: un’elevata concentrazione di globuli rossi e una specifica emoglobina (HbF) dotata di maggiore affinità per l’ossigeno.

Polmoni e intestino

I polmoni del feto non sono ventilati (contengono liquido) e la circolazione polmonare è disattivata e bypassata attraverso il Forame Ovale e il Dotto di Botallo (quest’ultimo porta sangue dall’arteria polmonare direttamente all’aorta).
Nella vita prenatale l’intestino è del tutto immobile e inattivo; le vie urinarie invece sono ben funzionanti e permettono la produzione di liquido amniotico.

Il cervello e i sensi

Il cervello è capace di elaborare numerose percezioni sensoriali; in particolare sono molto stimolati (e quindi ben sviluppati) il gusto, l’udito e l’olfatto (questi ultimi due attivati per via liquida e non aerea, come nell’adulto); la situazione vestibolare è solo in parte funzionante a causa dell’immersione nel liquido che annulla la forza di gravità; la termoregolazione è invece inutilizzata per la presenza di temperatura costante. Il tatto, fin dalle prime settimane di gravidanza, è stimolato dal contatto con le pareti dell’utero, oltre che dall’interazione con la placenta e il cordone ombelicale; le mani del feto sono continuamente in movimento e durante le ecografie è frequente assistere a fini manipolazioni e a suzione attiva delle dita. Mani e bocca sono ampiamente rappresentate nel cervello umano, al punto da occupare una consistente zona della corteccia cerebrale. La vista invece, pur essendo già matura fin dall’ultimo trimestre, è stata poco allenata per la scarsa luce presente in utero (e l’assenza di oggetti interessanti da osservare…).

Digestione e respirazione

La maggior parte degli organi addominali fetali non sono attivi perché attraverso la mediazione della placenta è più vantaggioso utilizzare quelli materni: così saranno l’intestino e il fegato della madre a svolgere le principali funzioni digestive e depurative e saranno i polmoni materni