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Approfondimenti scientifici

Domande e risposte sul sonno del neonato

FOCUS: Il sonno
QUESTO ARTICOLO APPARTIENE AL PRINCIPIO DEL BABY WELLNESS: La salute, il bene più prezioso

Come cambia il ritmo del sonno con la crescita?

Si passa dalle 19 ore di sonno nella prima settimana di vita, alle 15 ore intorno ai 6 mesi; poi dalle 14 ore a circa 1 anno, alle 13 ore intorno ai 2 anni, fino alle 12 ore verso i tre anni.

Qual è la funzione del sonno nei bambini?

I piccoli dormono di più perché il sonno assolve a diverse funzioni: favorire lo sviluppo cerebrale (in particolare il sonno REM); consolidare memoria e apprendimento; favorire la secrezione dell’ormone della crescita; rafforzare il sistema immunitario e consentire al cervello di “ripulirsi” dalle tossine di scarto prodotte durante la veglia. Perciò è molto importante che gli adulti rispettino i ritmi di sonno dei neonati e li lascino dormire per il tempo a loro necessario, evitando di svegliarli e lasciando a loro la regolazione del proprio risveglio.

Il ciclo del sonno nei neonati e bambini?

Nei bambini, il ciclo del sonno funziona in modo differente rispetto agli adulti, per durata complessiva di ogni ciclo, diviso tra sonno REM e non-REM. Il sonno REM è più ampio da neonati perché è funzionale allo sviluppo cerebrale. Questo può portare i neonati a dei microrisvegli tra un ciclo e l’altro e, poiché i loro cicli di sonno sono più brevi, significa che si svegliano con più frequenza. I bambini piccoli, il più delle volte, fanno fatica a riaddormentarsi da soli tra un ciclo e l’altro, quindi richiamano gli adulti per essere consolati. Tutto ciò è assolutamente normale. I bambini da 4-6 mesi in poi di notte temono la lontananza dai genitori. Per questo quando si svegliano necessitano frequentemente del sostegno degli adulti, fino a che, nel tempo, imparano a gestirsi da soli.

Quali sono le cause dei risvegli notturni?

Sono le fasi cosiddette della “sleep regression”. Per esempio, quando il bambino impara a muoversi in modo autonomo (gattonare e camminare) e nel periodo fino ai 18 mesi/2 anni, in cui è molto presente l’ansia da separazione, anche dividersi per andare a dormire rappresenta una fatica per i bambini piccoli.  Altre cause possibili di risveglio sono: la dentizione, un’alimentazione inadeguata in quanto poco digeribile o troppo abbondante o troppo scarsa, sensibilità ai rumori, febbre, dolore, ma anche ripresa lavorativa della mamma, cambiamento nelle routine quotidiane, un trasloco. Sempre più importanza assumono le emissioni elettromagnetiche: è utile evitare che il bambino dorma vicino alle fonti di tali onde, quindi che riposi lontano da cordless, cellulari, tablet e dal wireless (meglio ancora se questo di notte viene spento).

Le regole d’oro nel primo anno di vita

È importante far dormire il bambino sempre nella stessa stanza adeguatamente preparata, evitando di farlo addormentare in ambienti diversi; rispettare l’orario in cui va a nanna e, dai 3-4 mesi di vita, dissociare la fase dell’alimentazione da quella del sonno, che vuol dire staccarlo dal seno o dal biberon quando si sta per addormentare e metterlo sul lettino. Le buone abitudini vanno consolidate durante la crescita.

Come si comporta il neonato in presenza del papà?

Spesso il bambino vede il papà solo nelle ore serali, una volta finita la giornata di lavoro, e quindi vorrebbe prolungare il più possibile il tempo trascorso con lui, sforzandosi di non addormentarsi. È bene creare una routine per le ore serali in un ambiente sereno e tranquillo in cui gli stimoli vengono man mano diminuiti. Si può leggere un libro, cantare una ninna-nanna: l’importante è che il bambino riconosca l’esistenza di un’abitudine anche nell’andare a letto ed è fondamentale che il bambino impari il prima possibile – a partire dai 6 mesi – a dormire nel proprio letto, sviluppando progressivamente l’autonomia e la capacità di addormentarsi da solo anche in caso di risveglio notturno.

Incubi, stati d’ansia e paure dal secondo anno in poi: come affrontarli?

Sono i segnali del processo di maturazione mentale e della immaginazione creativa e sono legati spesso ai primi distacchi. Intorno al terzo anno i bambini chiamano spesso i genitori dopo essere stati messi a letto o si lamentano per la paura del buio: è una fase normale nello sviluppo infantile e può essere legata alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori. Mamma e papà, anche in questo caso, devono mantenere posizioni ferme, fornire un confine e dare una regolarità alle abitudini rispetto al sonno, aiutare il bambino a sentirsi contenuto e dare continuità alle sue esperienze: tanto nel corso della giornata quanto durante la notte.

Perché è importante tenere il fumo lontano dall’ambiente del neonato?

Non fumare durante la gravidanza e, una volta che il bambino è nato, tienilo lontano dagli ambienti in cui si fuma. Se fumi durante la gravidanza, devi sapere che le sostanze chimiche presenti nelle sigarette hanno un effetto negativo sullo sviluppo dei polmoni e del cervello del feto, e più fumi, più questo effetto sarà visibile. I figli delle madri che hanno fumato durante la gravidanza hanno una maggiore difficoltà a risvegliarsi e questo aumenta il rischio di SIDS. Inoltre, le madri che fumano corrono un rischio maggiore di avere un parto pretermine, di conseguenza un neonato sottopeso alla nascita – due fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio di SIDS.

Anche fumare dopo la nascita del bambino aumenta il rischio di SIDS, perché più fumo ci sarà nell’ambiente in cui vive, maggiori saranno le occasioni in cui i suoi polmoni potranno essere raggiunti dalle sostanze chimiche presenti nel fumo. Non permettere a nessuno di fumare nella stessa stanza in cui sta il bambino, né in automobile: ricorda che in ogni caso sarà meglio per lui se lo tieni lontano dal fumo.

Approfondimento scritto da:

alexandra semjonova baby wellness foundation
Dr.ssa Alexandra Semjonova, PhDr., PhD.
Dottorato di Ricerca PhD., Philosophiae Doctor. Post-graduate Certificate in Prevenzione della Salute Orale in età infantile. Ha conseguito il Master in Perinatologia, in Alimentazione infantile, in Allergologia Pediatrica, in Citologia e in My-Microbiota. Diploma Accademico di I. livello in Pedagogia.

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